Non ho mai amato preparare materiale nel gioco di ruolo. Davvero: la sola idea di mettermi al lavoro per ideare contenuti da sfruttare in una futura sessione di gioco m’ha sempre dato un po’ d’orticaria. Poi un paio di mesi fa son riuscito a mettere insieme un gruppo di coraggiosi che con il sottoscritto ha deciso di intraprendere una campagna de Il Silenzio dei Minotauri e qualcosa dentro di me è cambiato. Ecco perciò questo articolo in cui vi racconto a grandi linee cos’è e come funziona Il Silenzio dei Minotauri e in che modo ha rinnovato il mio interesse nella preparazione pre-gioco.
Manuale e Sacchetto dei token dell'edizione italiana, pubblicata in italia da Narrattiva
Il Silenzio dei Minotauri, splendido e stravagante gioco di Paul Czege edito in Italia da Narrattiva, parte da questo incipit. Quattro “cuccioli” abbandonati a sé stessi in un mondo di umani: una civiltà nascente che si scontrerà, a causa dei propri istinti, con la morente città di Dégringolade destinata all’estinzione dai propri vizi e dalla propria accidia. La città e la giungla che la circonda fanno da sfondo alle vicende che coinvolgono i cittadini e altre entità e organizzazioni. I minotauri senza nome interpretati dai giocatori, discendenti distanti dei quattro minotauri “originali”, sono il motore del cambiamento e coloro che spingono queste vicende in diverse direzioni. Lungi dall’esserne i protagonisti, quindi, e guidati dalla filosofia del Silenzio saranno proprio loro i responsabili della rinascita della civiltà. Il gioco termina proprio così: l’arrivo di una nuova era di grandezza per Dégringolade, annunciata dalla fioritura di grandi alberi senzienti che vivono ai confini della città: gli Osservatori.
La narrazione delle vicende nel gioco, divisa tra la narrazione di un Game Master e i contributi degli altri giocatori, che interpretano ognuno un minotauro, viene supportata dal rapporto che ogni minotauro ha con la filosofia del Silenzio, da un sistema di divinazione (l’Urna) e da significative procedure di preparazione.
Il Silenzio permette a un minotauro di controllare i propri istinti bestiali e lo tiene ancorato allo status quo. I minotauri hanno creato e adottato questa filosofia in modo da poter convivere con gli umani controllando i propri istinti. Rompere i precetti del Silenzio significa perdere il controllo e finire nella giungla, lontano dalla civiltà che sarebbe altrimenti minacciata dalla frenesia del minotauro. D’altra parte infrangere il Silenzio è anche l’unico modo per farsi un nome e guadagnare considerazione nella società. L’equilibrio tra il rispetto e l’infrazione è uno dei motori tematici del gioco.
L’Urna viene utilizzata durante le inflessioni e ne determina il risultato. Le inflessioni sono specifiche situazioni in cui c’è qualcosa di pericoloso per un minotauro, avvengono conflitti violenti con bestie o personaggi controllati dal game master, un minotauro incontra presenze innaturali o è in disaccordo con uno o più personaggi del game master. Il game masterprepara l’Urna con dei gettoni specifici per il proprio ruolo e poi il minotauro coinvolto vi inserisce a piacimento dei gettoni dalla propria riserva (gettoni specifici o meno legati al suo archetipo e alle sue esperienze durante il gioco). A quel punto vengono estratti 4 gettoni e il set viene confrontato con una tabella dei risultati. Se già qualcuno avesse esperienza dei giochi di Paul Czege saprà che questo tipo di sistema non è nulla di nuovo, per l’autore, che già in titoli precedenti aveva elaborato soluzioni intorno al concetto di divinazione dei risultati (si veda Bacchanal, l’edizione americana di Bacchanalia).
Gli esiti dell'urna, dall'edizione italiana del gioco
Un ultimo elemento di cui tenere conto è la particolare modalità espositiva che viene adottata in tutto il manuale. Se solitamente, infatti, i contenuti di colore (ciò che pertiene alla fiction) sono nettamente separati dai contenuti legati a procedure e direttive del gioco, ne Il Silenzio dei Minotauri questa separazione è in parte abbandonata: racconti ed elementi di ambientazione arricchiscono e approfondiscono gli aspetti legati ai semplici elementi regolistici in maniera concreta e tangibile, presentando al tempo stesso tutte le peculiarità del bizzarro mondo di Dégringolade. Spesso a seguito di contenuti narrativi troverete la spiegazione di regole ivi applicate e ulteriori accenni a leggende e abitanti di Dégringolade. Non vi capiterà spesso di leggere un manuale con lo stesso piacere di un romanzo, questo caso è una splendida eccezione.
I token della versione inglese, che abbiamo colorato per mostrarveli in tutta la loro bellezza!
La magia dello stile espositivo e del modo in cui traspaiono i temi portanti si percepisce anche nella necessità di interpretare attivamente quanto contenuto nel manuale per trarne una propria impressione (vado a spiegarvi, a brevissimo, come funziona la preparazione al gioco grazie alla quale capirete quanto questa impressione debba essere strutturata). Le meravigliose contraddizioni e stranezze, i temi civici e culturali, che vanno a toccare questioni calde del contemporaneo quali l'integrazione delle minoranze e la realizzazione di sé tramite il proprio operato, e l'invito non troppo nascosto a ragionare sul nostro rapporto con la realtà sociale in cui viviamo, vi rimarranno sicuramente nel cuore come hanno fatto per il sottoscritto.
La preparazione è ciò che, a mio avviso, fa davvero brillare il gioco. Non è nemmeno una questione di procedure, che a ben vedere sono questioni semplicissime e, per certi versi, faticose da portare a termine (soprattutto se siete pigri come il sottoscritto) ma datemi qualche paragrafo e proverò a spiegarvi perché.
Il primo step della preparazione consiste nell’identificare gli elementi che a livello tematico e di setting sono di maggiore interesse per il game master. Sembrerà, appunto, una banalità, ma nell’era dei Powered by the Apocalypse in cui si trovano spesso dei principi preconfezionati dall’autore (pratiche direttive su come richiamare e sfruttare, tramite la conversazione, l’infrastruttura tematica del gioco) è senz’altro una boccata d’aria fresca. Il risultato è che il giocatore con ruolo di Game Master dovrà prima di tutto ragionare sulle proprie ispirazioni interne al gioco e decidere quanto di ciò che ha letto desidera portare in gioco. Aggiungete il fatto che l’esposizione è il capolavoro che è e capirete subito qual è la forza nascosta di questa semplice procedura.
Il secondo step è la creazione di condizioni di vita e di lavoro. In maniera analoga a quanto viene fatto in Cani nella Vigna per la creazione della città, o in Trollbabe per la creazione delle avventure è ora che si passa alla ciccia. Prima di tutto dovrete considerare i problemi e le dinamiche sociali della realtà e trovarne alcuni che, adatti alla scala del gioco, vi danno particolarmente fastidio. Dovrete rielaborarli attraverso l’analogia del mondo di gioco, mimetizzandoli e rendendoli pressanti per i cittadini di Dégringolade. Questo processo, come potete intuire, può diventare catartico molto velocemente durante il gioco e portare a grandi soddifazioni. È importante notare come siano i png a vivere i problemi e ad esserne protagonisti mentre per i minotauri si sceglieranno dei lavori che gli permettano di osservarne la natura ed essere attori determinanti nel modo in cui verranno risolti.
A quel punto tocca alle mosse, una collezione di frasi che riguardano le potenziali azioni e frasi dei personaggi durante la sessione. Quello che Ron Edwards definiva affettuosamente come “una bandoliera di bang” nel suo Sorcerer. Le mosse sono idee e impressioni, raccolte e pronte all’uso, a proposito di come ciò che il futuro game master ha immaginato fino ad ora ha una possibilità di entrare in gioco. Dovrete creare anche gli intrinseci, tre personaggi del game master con credenze strane e/o pensieri quid pro quo. Tradotto, significa che ognuno di questi tre personaggi agirà in maniera tale da ignorare la naturale relazione tra cause e conseguenze o da interpretare in maniera distorta la realtà.
Concluderete con le verità, ovvero potenziali informazioni nascoste o premonitrici che i personaggi potrebbero ottenere come esito di un’inflessione, e con i possibili incontri nella giungla, che rappresentano micro-situazioni e mosse che i minotauri troveranno sul proprio cammino durante le loro esplorazioni. Entrambi questi strumenti chiudono infine il cerchio, dando fondamentale supporto nelle fasi del gioco successive al primo impatto: quando i minotauri avranno rotto troppe volte il Silenzio o affronteranno un’inflessione avrete una buona probabilità di portare questi elementi a fruizione.
Un estratto di situazione scritta da Daniele di Rubbo per il gioco. La fotografia ci è stata gentilmente regalata da Daniele.
Come dicevo inizialmente Il Silenzio dei Minotauri ha aperto per me una nuova “era” di preparazioni. Se già avevo trovato qualche soddisfazione nei sopraccitati esempi di Cani nella Vigna e Trollbabe, c’è sempre stata quella parte di fatica e sconforto che non mi sono mai scrollato di dosso. Questo gioco, sebbene non abbia inventato nulla di nuovo, mette tutti questi pezzi insieme in maniera semplice e diretta: strumenti per la creazione eccellenti, esposizione visionaria e meccaniche asciutte e dritte al punto. Preparare una partita è quindi una sorta di esercizio di scrittura creativa mediato da regole: un’attività piacevole per tutti coloro che sono avvezzi alla scrittura. Il minotauro che ha scritto tutto ciò merita senz’altro un nome: chiamatelo Paul Czege.