Quale minaccia striscia nelle profondità del Tempio del Destino? Quale gruppo di eroi può intraprendere la missione a dir poco mortale per salvare il mondo? Esiste veramente un modo per proteggere l’umanità dall’estinzione? E se sì, quale? Tutte queste domande trovano la loro risposta nel gioco di ruolo di cui andremo a parlare oggi – To the Temple of Doom! To defeat the Ancient Evil! è un gioco originario del continente australiano scritto da Harley Gordon e Vee Hendro di Storybrewers Roleplaying che vede i giocatori vestire i panni dei migliori esperti di archeologia che il mondo possa offrire nella lotta contro una terribile calamità.
La preparazione fa già parte del gioco stesso. Prima di creare i propri alter ego, i giocatori dovranno creare la propria nemesi: l’Antico Male! Attraverso la scelta di alcune domande proposte dal gioco e alle risposte date dai partecipanti, il più grande nemico dell’umanità assume una sua forma, una storia ed un’identità; non solo, queste risposte costituiranno gli indizi che i personaggi dovranno cercare all’interno del tempio per sventare la fine del mondo. Più avanti capirete come.
Poi tocca agli archeologi: ogni giocatore ha il compito di creare un proprio personaggio, che rappresenta un esperto di un determinato settore (dalla linguistica all’osteologia), che gode di una certa fama (buona o cattiva che sia), con delle proprie caratteristiche (più acuto o impavido o incline a sfruttare le proprie conoscenze) e che ha portato con sé un artefatto rinvenuto chissà dove perché sia d’aiuto nell’impresa.
A questo punto si è pronti a giocare. Questo gioco è un gioco masterless, ovvero non c’è un narratore fisso: questo ruolo infatti è a rotazione, quindi oltre a dare la possibilità a tutti di creare le sfide e di pilotare la partita si riesce anche a scandire quelli che sono i turni di gioco man mano che ci si addentra nelle viscere del tempio – un tempio che non accoglierà calorosamente i suoi nuovi intrusi, e cercherà in ogni modo di porre fine alle loro miserabili vite! To the Temple of Doom! infatti è un gioco ad alto contenuto di prove fallite, trappole scattate e cadaveri di archeologi incauti e sfortunati.
Il narratore comincia descrivendo la stanza in cui arrivano gli altri giocatori, può riempirla degli elementi che vuole per presentare loro il punto di partenza. Ai giocatori attivi tocca quindi decidere come risolvere le varie sfide che possono incontrare all’interno della stanza, avendo come unico limite la creatività di ognuno; non appena un giocatore intraprenderà un’azione che secondo il narratore possa essere tradotta in una sfida, quest’ultimo valuterà il modo in cui viene affrontata, e quindi le modalità di successo.
Il gioco offre tutta una serie di suggerimenti grazie ai quali sarà possibile avere sempre fresche idee da utilizzare quando si deve creare una stanza e le sfide che si celano tra le sue pareti, in modo da facilitare l’esperienza di gioco anche ai neofiti. Una stanza viene completata quando i personaggi superano tre prove al suo interno e, di conseguenza, ottengono l’indizio che essa racchiude.
Una volta che tutti sono passati per i panni del narratore, è tempo di affrontare lo scontro finale: la battaglia contro l’Antico Male! E come affrontarlo, se non utilizzando i suoi stessi segreti contro di lui? Chi avrà avuto abbastanza accortezza da essere rimasto vivo fino a questo momento potrà sfruttare ciò che ha appreso sull’Antico Male per debellarlo una volta per tutte… o morire provandoci!
To the Temple of Doom! è un gioco che si presta facilmente ad essere intavolato davanti ad un gruppo di giocatori per passare una bella serata di gioco. Per i più tradizionalisti è possibile giocarlo in maniera semplice: superare trappole, sconfiggere i mostri e risolvere gli enigmi semplicemente attraverso il lancio di dadi; in questo modo si riesce a stare dentro l’ora di tempo come il gioco stesso dice di durare. Chi perde il controllo e si lascia prendere la mano dalla narrazione riesce facilmente a raddoppiare la durata della partita proponendo enigmi più complessi in modo da dare libero sfogo alla propria immaginazione. A seconda di quanto tempo abbiate, sapete quindi se trattenervi o meno!
Un consiglio spassionato che voglio dare è il seguente: quando siete il narratore, non impuntatevi su un unico modo di risolvere le prove della vostra stanza. To the Temple of Doom! è un gioco che tira fuori di prepotenza quella che è la creatività insita nel giocatore, che si sforza di proporre modi creativi o arrangiati al fine di raggiungere l’ultima stanza del tempio, quindi quando il giocatore vi offre la possibilità di far partire una sfida, cogliete la palla al balzo perché rischiate di bloccare il gioco qualora la ignoriate.
Non mi resta quindi che augurarvi un buon divertimento. Addentratevi nel tempio, vincete e quindi uscite a riveder le stelle!
Francesco Sacchi (Franz)