«Gli anni volano via come foglie nel vento. Non c’è luce. Non c’è rumore. Resti vigile davanti al sarcofago senza pensare, senza respirare: è questo il tuo ordine. Non ricordi più il tuo nome, ma resti comunque di guardia. La carne si è staccata ormai dalle ossa, ma resti comunque di guardia.»
Questa è la poetica apertura di The Skeletons, gioco di ruolo di Jason Morningstar pubblicato nel 2016 da Bully Pulpit Games e che vedrà la luce nella sua edizione italiana per Modena Play 2018 ad opera di Michele Bonelli di Salci di Editori Folli. Noi non abbiamo avuto ancora occasione di giocare alla versione italiana – speriamo di farlo allo stand della GGStudio – ma a quella inglese. Possiamo però riportarvi la nostra esperienza giocata di quello che è The Skeletons.
Quali sono i Personaggi di The Skeletons?
Per una volta, non un gruppo di avventurieri speranzosi – che pure, nella vostra partita, potrebbero apparire. Sarete Scheletri che, per tutti i motivi del mondo, si sono trovati a ricoprire l’ingrato ruolo di guardiani della tomba. Per l’eternità.
Gli anni passano, i millenni passano, finanche le ere. Le ossa si sgretolano e il tempo viene percepito dai protettori del dungeon, che si trovano a ricordare e dimenticare quella che, prima, è stata la loro vita.
Il Dungeon: la Fortezza che proteggerete
Nessuna partita di The Skeletons si svolge nella stessa tomba, poiché la sua mappa viene tracciata in condivisione tra i giocatori. Man mano che il tempo passa e che i Personaggi saranno risvegliati per fronteggiare ciò che minaccia la tomba, si aprono nuovi passaggi, se ne chiudono di nuovi e incredibili segreti vengono alla luce.
Alcuni luoghi del dungeon vengono creati invece prima di cominciare a giocare, in base alla scheda che avete scelto e rispondendo alle domande su di essa.
Il Gioco ed il Tempo che Passa
The Skeletons non ha una figura del Game Master in senso tradizionale, ma il gioco si regge a turno: ogni volta che accade qualcosa nel labirinto o esso viene profanato sarà uno dei giocatori a prendere in mano la situazione e decidere cosa succede, mentre, come dice il manuale “il suo scheletro rimarrà stranamente immobile”.
Nel dungeon il tempo scorre centellinato. Gli scheletri vengono richiamati alla vita dal loro signore solo quando problemi e intrusi si apprestano. Quando così non è, le luci sono spente e ovunque regna il silenzio. L’autore propone di “dare atmosfera” proprio in questo modo:
- Spegnendo le luci e chiudendo gli occhi per secondi o minuti, a seconda di quanto tempo in gioco (mesi, anni, secoli o millenni!) sia passato;
- Riempiendo il silenzio con una musica sepolcrale nel periodo di tempo in cui gli scheletri rimangono al buio.
Prima o poi ovviamente un gruppo di avventurieri fa a pezzi gli scheletri, come in ogni dungeon che si rispetti. E questo, purtroppo, è un dungeon che si rispetti: il problema è che, questa volta, non siete voi gli avventurieri!
Le Storie degli Skeletons
Gli scheletri non sono creature nate dalla costola di chiunque abbia creato il dungeon: prima di essere mucchietti di ossa e guardiani erano persone. Tutti loro avevano amori, odi e obiettivi, più o meno futili. Quali sono? Sarà solo il tempo a deciderlo.
Ciascuna delle nove tipologie di scheletro che è possibile impersonare in The Skeletons avrà una domanda su di sé a cui rispondere immediatamente mentre crea la scheda, e poi altre cui risponderà mentre il tempo passa.
La spiegazione? I ricordi vanno e vengono mentre il tempo trascorre inesorabile. Il tempo , la sfortuna e gli imprevisti finiscono per intaccare qualsiasi cosa, anche il più potente degli incantesimi.
La Nostra partita a The Skeletons
Di seguito vi riportiamo cosa è successo nella nostra più recente partita al gioco: abbiamo utilizzato la variante di Sarah Williamson, Echi di Guerra. I nostri scheletri erano Scudo con Frecce, Decapitato e Mantello Lacerato. E’ stata una giocata particolarmente profonda ed emozionante, che ci ha permesso di apprezzare la vena introspettiva che il gioco offre ai giocatori.
La Tomba Scoperchiata
Il Tombarolo
Un cacciatore di tombe professionista penetra dalla parete nord, entrando nella prima sala solo per essere ucciso da una stanza schiacciante, attivata da Scudo con Frecce. Quest’ultimo ricorda di essere stato soprannominato l’Inatterrabile, per via della sua grandissima capacità di resistere ai colpi nemici – il suo vero nome era Emes. Decapitato invece era chiamato Falce di Ferro, per via del suo simbolo sacro e del modo in cui mieteva gli infedeli. Mantello Lacerato era noto come il Terrore di Dola, per via di un massacro compiuto epoche fa. Il tempo però passa e, durante gli anni di disattivazione il ricordo del suo nome scompare da Scudo con Frecce: non potrà più essere recuperato.
Lo Spirito Disturbato
Uno spirito, risvegliato dalla profanazione della tomba, si ridesta e inizia ad infestare la cripta. Il Decapitato lo bandisce utilizzando il suo simbolo sacro e confinandolo all’interno della sala con il sarcofago d’oro: ricorda in questo modo di essere stata una donna, di aver amato il terrore di Dola e di essere disposta a seguirlo fin nella tomba. Mantello Lacerato invece ricorda di meritare il suo fato e che è colpa sua se gli altri sono qui con lui. Anche Scudo con Frecce ricorda del Terrore di Dola, di essere stato al suo servizio per paura e non per fedeltà. Tuttavia, nella sua azione il Decapitato perde la mano sinistra, nella quale stringeva il simbolo sacro, che scivola nelle profondità della cripta per non essere più ritrovato.
Il Tempo della Polvere
La famiglia in cerca di rifugio:
una famiglia di razza umanoide, la stessa razza del terrore di Dola, entra nella cripta in cerca di rifugio. Viene immediatamente messa alle corde e massacrata. Il Terrore di Dola uccide la madre, mentre cercava di proteggere disperatamente i suoi figli. Non c’è nulla di meglio di un evento cruento per riportare a galla antichi ricordi:
- Mantello Lacerato ricorda di aver odiato la sua razza, dalla quale era esiliato. Ricorda di aver amato il Decapitato.
- Il Decapitato ricorda di aver vissuto a lungo con quella razza, ed è lì che ha conosciuto il suo amato.
- Scudo con Frecce ricorda di aver amato la sua Regina più di chiunque altro al mondo.
E’ giunto il Tempo della Polvere ed il Dungeon comincia a cedere: il muro ovest crolla, rivelando un grande tunnel che porta verso l’esterno.
I Ragni Giganti
Sono intelligenti e velocissimi, è impossibile cacciarli. Gli scheletri raggiungono una sorta di intesa con loro. Le parti più superficiali della cripta diventano territorio dei ragni, che non si spingono troppo in profondità per evitare di destarli. Mantello Lacerato ricorda di non poter mettere piede nella stanza del sarcofago d’oro perché quella doveva essere la sua tomba. Il Decapitato ricorda che a prendere la sua testa è stato Scudo con Frecce, per obbedire ad un ordine della sua regina. Scudo con Frecce ricorda le frecce conficcate nello scudo, l’ultimo combattimento subito prima della morte.
La Tomba subisce ancora più duramente i segni del tempo. Le nicchie delle sette fanciulle sono danneggiate da un terremoto, lo stesso terremoto che distrugge gran parte del muro sud della cripta, sigillando per sempre alcune sale.
La Profanazione
L’armata di saccheggiatori
Un gruppo di banditi ben armato, che ha con sé bastoni tonanti in grado di spezzare le ossa, entra nella cripta motivato da avidità e brama di denaro. Sono troppi per affrontarli, ma gli scheletri riescono ad attirarli nella cava dei ragni, dove vengono divorati uno dopo l’altro, incapaci di liberarsi dalle ragnatele. Il Decapitato ricorda finalmente il suo nome, Ayane, assieme a Mantello Lacerato ,Sigard. Scudo con Frecce ricorda che anche lui un tempo era un razziatore di tombe e quelle persone non sono diverse da lui.
L’antica gloria della tomba è ormai rovinata: La magia che anima gli scheletri inizia ad indebolirsi, rendendo i loro movimenti più lenti. Un bandito riesce ad entrare nella tomba e razziare un sarcofago d’oro, senza che gli scheletri si destino.
Il Negromante
Un negromante penetra nella cripta insieme ad un gruppo di mercenari. Elimina i ragni usando il fuoco. Sbriciola Scudo con Frecce osso dopo osso, ridendo dei suoi patetici tentativi di difendersi. Il Decapitato prova a usare il suo simbolo sacro contro di lui, ma scopre di non averlo più con sé e di non avere più alcun potere divino. Mantello Lacerato viene consumato dalla magia del negromante, che recupera le polveri rimaste del suo scheletro per compiere un oscuro e grande rituale.
Dopo 1700 anni la guardia ha finalmente fine
Morgen & Gabe