Quale minaccia striscia nelle profondità del Tempio del Destino? Quale gruppo di eroi può intraprendere la missione a dir poco mortale per salvare il mondo? Esiste veramente un modo per proteggere l’umanità dall’estinzione? E se sì, quale? Tutte queste domande trovano la loro risposta nel gioco di ruolo di cui andremo a parlare oggi - To the Temple of Doom! To defeat the Ancient Evil! è un gioco originario del continente australiano scritto da Harley Gordon e Vee Hendro di Storybrewers Roleplaying che vede i giocatori vestire i panni dei migliori esperti di archeologia che il mondo possa offrire nella lotta contro una terribile calamità.
La preparazione fa già parte del gioco stesso. Prima di creare i propri alter ego, i giocatori dovranno creare la propria nemesi: l’Antico Male! Attraverso la scelta di alcune domande proposte dal gioco e alle risposte date dai partecipanti, il più grande nemico dell’umanità assume una sua forma, una storia ed un’identità; non solo, queste risposte costituiranno gli indizi che i personaggi dovranno cercare all’interno del tempio per sventare la fine del mondo. Più avanti capirete come.
Poi tocca agli archeologi: ogni giocatore ha il compito di creare un proprio personaggio, che rappresenta un esperto di un determinato settore (dalla linguistica all’osteologia), che gode di una certa fama (buona o cattiva che sia), con delle proprie caratteristiche (più acuto o impavido o incline a sfruttare le proprie conoscenze) e che ha portato con sé un artefatto rinvenuto chissà dove perché sia d’aiuto nell’impresa.
A questo punto si è pronti a giocare. Questo gioco è un gioco masterless, ovvero non c’è un narratore fisso: questo ruolo infatti è a rotazione, quindi oltre a dare la possibilità a tutti di creare le sfide e di pilotare la partita si riesce anche a scandire quelli che sono i turni di gioco man mano che ci si addentra nelle viscere del tempio - un tempio che non accoglierà calorosamente i suoi nuovi intrusi, e cercherà in ogni modo di porre fine alle loro miserabili vite! To the Temple of Doom! infatti è un gioco ad alto contenuto di prove fallite, trappole scattate e cadaveri di archeologi incauti e sfortunati.
Il narratore comincia descrivendo la stanza in cui arrivano gli altri giocatori, può riempirla degli elementi che vuole per presentare loro il punto di partenza. Ai giocatori attivi tocca quindi decidere come risolvere le varie sfide che possono incontrare all’interno della stanza, avendo come unico limite la creatività di ognuno; non appena un giocatore intraprenderà un’azione che secondo il narratore possa essere tradotta in una sfida, quest’ultimo valuterà il modo in cui viene affrontata, e quindi le modalità di successo.
Il gioco offre tutta una serie di suggerimenti grazie ai quali sarà possibile avere sempre fresche idee da utilizzare quando si deve creare una stanza e le sfide che si celano tra le sue pareti, in modo da facilitare l’esperienza di gioco anche ai neofiti. Una stanza viene completata quando i personaggi superano tre prove al suo interno e, di conseguenza, ottengono l’indizio che essa racchiude.
Una volta che tutti sono passati per i panni del narratore, è tempo di affrontare lo scontro finale: la battaglia contro l’Antico Male! E come affrontarlo, se non utilizzando i suoi stessi segreti contro di lui? Chi avrà avuto abbastanza accortezza da essere rimasto vivo fino a questo momento potrà sfruttare ciò che ha appreso sull’Antico Male per debellarlo una volta per tutte… o morire provandoci!
To the Temple of Doom! è un gioco che si presta facilmente ad essere intavolato davanti ad un gruppo di giocatori per passare una bella serata di gioco. Per i più tradizionalisti è possibile giocarlo in maniera semplice: superare trappole, sconfiggere i mostri e risolvere gli enigmi semplicemente attraverso il lancio di dadi; in questo modo si riesce a stare dentro l’ora di tempo come il gioco stesso dice di durare. Chi perde il controllo e si lascia prendere la mano dalla narrazione riesce facilmente a raddoppiare la durata della partita proponendo enigmi più complessi in modo da dare libero sfogo alla propria immaginazione. A seconda di quanto tempo abbiate, sapete quindi se trattenervi o meno!
Un consiglio spassionato che voglio dare è il seguente: quando siete il narratore, non impuntatevi su un unico modo di risolvere le prove della vostra stanza. To the Temple of Doom! è un gioco che tira fuori di prepotenza quella che è la creatività insita nel giocatore, che si sforza di proporre modi creativi o arrangiati al fine di raggiungere l’ultima stanza del tempio, quindi quando il giocatore vi offre la possibilità di far partire una sfida, cogliete la palla al balzo perché rischiate di bloccare il gioco qualora la ignoriate.
Non mi resta quindi che augurarvi un buon divertimento. Addentratevi nel tempio, vincete e quindi uscite a riveder le stelle!
Francesco Sacchi (Franz)
Buongiorno gente e bentrovati all'ultimo appuntamento inerente la traduzione di Pigsmoke, il gioco di ruolo che verrà pubblicato a Modena Play 2019 da Space Orange 42.
Dopo le riflessioni di Daniele sulla traduzione in generale, sull'accessibilità del gioco e sul lessico dei PbtA, oggi spenderò io qualche parola su un tema che sta molto a cuore all'autore del gioco, e su cui -analogamente- abbiamo voluto porre molta attenzione: la discriminazione nel mondo accademico.
Il capitolo 5 del manuale, intitolato "Pigsmoke", fornisce ai giocatori tutto il necessario per creare la propria Università di Pigsmoke: dai paletti fissi sulla natura del campus ai questionari per personalizzare il Rettore e ciascuno dei Dipartimenti. L'autore Chris Longhurt, però, ha voluto chiuderlo con un micro-saggio intitolato "Academia and Identity – Content notice for discussion of sexual assault", letteralmente "Accademia e Identità – Una nota sul contenuto per discutere l'aggressione sessuale": un testo che, a dispetto del titolo, non spiega "solo" come trattare in modo maturo le situazioni di molestie in fiction – tanto che noi abbiamo deciso di tradurlo "Accademia e Identità – Una nota sul contenuto per portare in gioco le discriminazioni".
Il paragrafo in esame, infatti, tratta un aspetto per me cruciale del giocare di ruolo con ambientazioni realistiche o semi-realistiche (in questo caso urban fantasy contemporaneo) e cioè l'inserire nella partita dinamiche sociali di emarginazione: per ceto, per etnia, per genere, o una sovrapposizione delle varie categorie. Certo, non per forza una sessione di GDR deve trattare questo tema (e Longhurst lo mette in chiaro), ma se tutti sono d'accordo sul procedere in quella direzione, qui si trovano tutti i suggerimenti utili per affrontare la scelta in modo organico.
La traduzione del micro-saggio è stata una bella sfida: in un testo che parla anche di come il linguaggio categorizza in negativo le altre persone sarebbe stato controproducente nonché di cattivo gusto essere noi i primi ad adottare un lessico impreciso e/o fuorviante nel corso della traduzione; proprio per questo abbiamo chiesto aiuto a Claudia Pandolfi, attivista per i diritti LGBT ben nota, nell'ambito GDR, per il suo ruolo nella community facebook Donne Dadi & Dati e per l'iniziativa Queerbox del coordinamento LGBTE di Treviso. Le revisioni di Claudia sono state preziosissime e ci hanno salvato da un paio di rischiose trappole lessicali, come il fatto che la parola italiana "transessuale" non è intercambiabile con il prestito dall'inglese "transgender". In generale, il raffronto esterno è stato fondamentale per rendere comprensibili in italiano riflessioni in un inglese non facile, e talvolta -purtroppo- ancora non radicate nei principi di pensiero del nostro comune spaccato culturale quotidiano: ad esempio che il sessismo non si sradica solo riconoscendo la vittima come tale (e quindi intrappolandola in tale ruolo) ma soprattutto invitandola alla rivalsa, o che il razzismo sta anche nei benpensanti che vedono la persona non-bianca come una "compagnia esotica" di cui fare sfoggio, comunque non come una persona a tutto tondo.
La traduzione del paragrafo "Accademia e Identità" ci ha anche stimolato su una questione trasversale a tutto il testo: fare del nostro meglio per adattare in italiano le parole e costruzioni "bi-genere" del testo originale, cioè i passaggi in cui si parla di una persona senza specificare il genere. In particolare ci siamo scervellati sulla locuzione "head of departement" e abbiamo deciso di renderla con "capo di dipartimento" quando viene usata in generale o riferita a un PNG generico, ma abbiamo creato una forma femminile "direttrice di dipartimento" quando necessario.
Di sicuro possiamo migliorare sui passaggi in cui l'autore si rivolge ai lettori con uno "You", perché non sempre abbiamo potuto coniugare la chiarezza dell'italiano a espedienti che non implicassero il genere di chi legge — ma sappiamo su cosa allenarci per la nostra prossima traduzione!
Con ciò dal nostro reparto traduzione è tutto, fateci sapere dopo Modena Play se il nostro lavoro vi ha soddisfatti!
Buon gioco a tutti!
Ivan
Bentornati su Storie di Ruolo! Continuano i nostri “diari di traduzione” in cui vi parliamo del nostro lavoro di traduzione e localizzazione su Pigsmoke, in uscita a Play-Modena 2019 per Space Orange 42.
Nell’ultimo articolo abbiamo parlato del lessico che abbiamo scelto per presentare il gioco ai neofiti, ma, se parliamo di termini, la fetta di pubblico più esigente quando si parla di traduzione non è certo composta da loro.
In questo articolo parleremo di cosa significa adattare un gioco quando un sistema è già conosciuto e appreso dai giocatori. In questo caso parliamo dei Powered by the Apocalypse, sistema nato da Apocalypse World e che si è fatto conoscere per numerosi altri titoli.
Approcciando un manuale come Pigsmoke eravamo consapevoli di una difficoltà: certi termini tecnici dei PbtA sono ormai divenuti famosi e pertanto sarebbe stato difficile adattarli. Avevamo poco margine da questo punto di vista e inizialmente non eravamo scontenti: da un lato, avere dei precedenti di traduzione ci permetteva di andare spediti e adeguarci al "canone"; dall'altro, eravamo sicuri che avrebbe aiutato chi già giocava con i PbtA a familiarizzare con un nuovo mondo.
Per la maggioranza dei termini siamo stati aderenti a questa linea di traduzione, ma sono subito spuntati altri problemi che conoscevamo e che non avevamo legato ad aspetti tecnici, primo fra tutti l'enorme presenza di frasi idiomatiche inglesi. Il testo si è rivelato spesso complesso perché l'autore ha usato parecchi modi di dire tipici della sua lingua madre, cui occorreva un'adeguata localizzazione italiana — e per Pigsmoke con l'editore abbiamo sempre pensato ad una localizzazione.
Ecco perché in un paio di casi abbiamo deviato dal canone e presentato, dopo lunghi ragionamenti delle soluzioni differenti, ma in linea con il sistema e soprattuto in linea con il gioco.
Prima di tutto, non abbiamo ritradotto i termini classici: le Mosse, ovvero azioni importanti che i PG eseguono per orientare il gioco, sono sempre chiamate così. Non hanno cambiato nome le Prese, cioè la moneta con cui il sistema permette di gestire le relazioni tra PG e PNG — di solito si spende una Presa per controllare un certo PNG o premere su una certa azione.
Invece, un discorso a parte è stato fatto per la parola Advances che rappresenta quello che in Apocalypse World è l'Improvement — tradotto quasi sempre in diversi PbtA come Avanzamento. Per questa parola, che differisce dallo standard pur avendo un palese collegamento alla meccanica, si è scelto di adeguarla secondo il criterio di cui abbiamo parlato nel post precedente: un legame con la fiction del gioco. Pertanto Advances è divenuto Scatti di Anzianità, che rappresenta al meglio ciò che fa avanzare la carriera di un Professore – che è quello che il gioco permette di avere al tavolo.
Il secondo emblematico esempio, che so già farà tremare il web, è la traduzione dei termini Hard Move e Soft Move. Chi non conosce i PbtA dovrà sapere che il Maestro di Cerimonie, che tesse le fila della storia e delle Minacce, può giocare anche lui delle Mosse qualora i personaggi fallissero un tiro di dado. Ci siamo chiesti più volte se mantenere una traduzione standard o meno di questi termini, salvo poi scontrarci con l'esistenza in diversi giochi di adattamenti differenti. Così, con la stessa soluzione di prima, abbiamo localizzato la traduzione al gioco: le Hard Moves sono diventate le Mosse Severe e le Soft Moves le Mosse Clementi, richiamando alla mente il mondo accademico in senso lato.
In questo caso siamo stati felici di notare che ai margini del sistema è possibile adattare certe espressioni rendendo più chiaro e più vero lo scopo del gioco, anziché adeguarsi ad un canone che rischi di snaturare quello che è l'incontro tra sistema e ambientazione.
Ed anche per oggi è tutto. Non temete, come anticipato stiamo preparando una recensione del gioco più canonica per darvi i mezzi necessari a giudicare se il gioco incontra i vostri gusti - a prescindere dalla traduzione.
Alla prossima,
SpiritoGiovane
Bentornati su Storie di Ruolo per il secondo appuntamento riguardante la traduzione di di Pigsmoke, gioco di ruolo che verrà pubblicato a Modena Play 2019 da Space Orange 42.
Dopo un primo episodio in cui abbiamo discusso delle sfide di adattamento degli elementi di setting sentito nell’edizione inglese e parecchio delicato da approcciare: come il gioco si propone ai neofiti.
Ci sono due categorie di neofiti a cui l’autore si rivolge direttamente: la prima è ovviamente quella di chi non ha mai giocato di ruolo, mentre la seconda è quella di quei giocatori che non hanno mai affrontato un Powered by the Apocalypse.
La particolare cura dell’autore ci ha spinti a porre attenzione su come un nuovo giocatore avrebbe fruito Pigsmoke e su quali punti critici avrebbe trovato nell’edizione italiana.
Avevamo la possibilità di spostare qualche paragrafo e ribaltare l'ordine degli addendi, ma ad una lettura approfondita ci è parso poco utile. Il testo, infatti, introduce gradualmente tutte le meccaniche di gioco.
Abbiamo invece optato per alcune aggiunte nelle rare circostanze in cui l’autore dava per scontato concetti presi da altri ambiti. Ad esempio il termine scena viene introdotto dando per scontato la conoscenza dell’omonimo cinematografico, ma nell’edizione italiana abbiamo preferito esplicitare la definizione con un breve inciso. Il nostro contributo nell’aiutare i nuovi giocatori si è quindi concentrato su altri due aspetti del testo.
Da un lato abbiamo fatto una ricerca di termini che fossero adatti a tradurre il sistema di gioco tale per cui la sua comprensione fosse anche tematica: molti elementi della scheda sono stati tradotti usando del lessico universitario proprio per questo motivo, in modo che la loro funzionalità risulti più ovvia - questo è specialmente importante perché molte meccaniche del gioco non sono tipiche dei Powered by the Apocalypse, ma piuttosto sono proprie del gioco.
Un esempio che riguarda meccaniche e lessico è la Raccolta di Fonti. Ogni personaggio ha sulla scheda un insieme di sei quadratini permette di tener traccia di come stanno andando le ricerche bibliografiche, ma anche gli esperimenti magici che riguardano uno specifico argomento di ricerca. L'inglese research track che la indicava poteva essere reso con una semplice "barra di ricerca" (fuorviante) o con un termine più neutro, come "indice della ricerca". Per dare però l'idea di un insieme di testi abbiamo pensato ad una pila di libri, fascicoli e fotocopie che affollano la cattedra di un professore — e da qui raccolta di fonti. La raccolta avviene tramite Scavare più a fondo, azione che personalmente ho fatto più e più volte stendendo la tesi tra biblioteche e pubblicazioni in digitale.
Dall'altro abbiamo cercato di contestualizzare al meglio quei paragrafi dove si introducevano aspetti tecnici del gioco di ruolo, così da rendere Pigsmoke non solo adatto ai nuovi giocatori, ma anche adatto come primo gioco — per spezzare il ghiaccio, insomma. In quest’ottica abbiamo deciso di non tradurre il termine fiction, che troverete nell’edizione italiano inalterato, dal momento che a nostro parere non esiste un equivalente esatto che non dia adito a confusioni.
Un breve preambolo per chi non conosce i Powered by the Apocalypse. Nel manuale viene spiegato nel dettaglio come è possibile condurre il gioco assumendo il ruolo di Maestro di Cerimonie. L'MC possiede una serie di Agendas rappresentate da tre frasi che sono ciò verso cui il gioco deve tendere, ad esempio Gioca per scoprire cosa succede. Accanto a questo strumento, l'MC ne possiede un altro chiamato Minacce, tipico dei PbtA: sono una serie di persone (o “cose”) che complicheranno la vita ai personaggi. Anche le Minacce avevano nel manuale la voce Agenda, che non era però sovrapponibile a quella dell'MC: l'Agenda delle Minacce è infatti un elenco di azioni che quella Minaccia può fare per disturbare il gioco. Pertanto, al fine di evitare fraintendimenti tecnici, abbiamo tradotto le Agendas dell'MC come Intenti e quelle delle Minacce come Piani (poiché spiegati come ciò che la Minaccia mette in campo nel manuale). Infine, nel Capitolo Minacce le stesse sono suddivise per Categories, ma sono presentate con dei Types in un altro Capitolo — perciò ci siamo premurati di usare Categoria per evitare fraintendimenti.
Sono queste piccole modifiche di coerenza del testo e di disambiguazione che, a nostro parere, permettono una maggiore chiarezza del testo e soprattutto aiuteranno molto i neofiti a non confondere le parti tecniche del sistema tra di loro.
Anche per oggi è tutto, ma non preoccupatevi: il prossimo articolo parlerà nello specifico del lessico proprio dei Powered by the Apocalypse e di come l’abbiamo affrontato.
Alla Prossima,
SpiritoGiovane
Rieccoci sulle nostre frequenze per parlare sempre di gioco di ruolo, ma in un'ottica un po' diversa. Storie di Ruolo si è infatti occupata della traduzione di Pigsmoke, che vedrà la sua edizione italiana in uscita a Play-Modena 2019 sotto la bandiera di Space Orange 42 (precedentemente conosciuta come GGStudio).
Pigsmoke è un gioco che abbiamo adorato dal momento esatto in cui, sul finire dell'ormai lontano 2017, Edoardo ricevette la sua copia inglese. Il nostro favore è potuto solo crescere dopo esserci divertiti a giocarlo in una sordida campagna ricca di cloni, non-morti, maionese e Babilonesi (non chiedete, oppure fatelo a vostro rischio e pericolo).
Si tratta di un Power by the Apocalypse dove il mondo accademico e la magia si incontrano in modo scoppiettante. Non a caso, uno dei Principi dell'MC del gioco è che l'Accademia magica non è mai noiosa. Nemmeno la traduzione di questo gioco lo è stata.
Pigsmoke si basa su un immaginario molto singolare e si impone di parlare di Power by the Apocalypse ad esperti e neofiti in egual misura; lo fa inoltre con un particolare riguardo a temi delicati, come identità e sessismo. Questo è il primo di quattro articoli in cui parleranno delle sfide che abbiamo incontrato nella traduzione e delle scelte che abbiamo operato per superarle.
In questo articolo parleremo dell'ambientazione (o setting) di Pigsmoke, delle sue due anime primarie e di come le abbiamo rese in italiano.
La sfaccettatutra più fantastica dell'animo di Pigsmoke, la magia, è solo descritta per sommi capi e delegata quasi interamente ai giocatori per ciò che riguarda funzionamento e dettagli. Anche nella versione del gioco in inglese i termini legati alla sfera magica sono spesso inventati di sana pianta e questo ci ha permesso privilegiare il sarcasmo e l'ironia degli originali.
Ad esempio il Dipartimento di Calling, Binding and Sealing Away (CABSA) è diventato il Dipartimento di Studi dei Patti delle Evocazioni e dei Sigilli Extraplanari (SPESE), con una doverosa strizzata d'occhio a Serena Daniele e alla sua vincente resa del potteriano CREPA - la reference è fin troppo evidente per tacerla. Diversamente, per la mossa del Dipartimento di Vita e Morte The Walking Dead è stato volutamente mantenuto l'originale, in una chiara assonanza alla serie televisiva.
D'Altro canto il mondo accademico americano, la metà ordinaria di Pigsmoke, possiede un proprio specifico slang e espressioni idiomatiche strettamente legate al contesto, che dovevano necessariamente essere riadeguate, per conservare il loro significato. Una localizzazione completa del prodotto è stata scartata fin dalle prime fasi della traduzione: si sarebbero dovuti cambiare il nome del gioco, tutti i riferimenti alla struttura universitaria americana - profondamente diversa da quella italiana, fino ad arrivare a dover tradurre i nomi propri — che, nell'idea dell'autore, sono stati scelti per coprire, sempre in un'ottica di inclusività, popolazione proveniente da tutto il mondo. Difficilmente, però, questo sarebbe stato verosimile in un ateneo del nostro Bel Paese.
Fortunatamente, l'ambiente americano a cui si rifà il gioco non ci è del tutto estraneo grazie a quello fittizio rappresentato nelle serie tv e nella produzione cinematografica, spesso di provenienza USA, quindi ricco di situazioni che sono ormai così diffuse da essere entrate a far parte della cultura contemporanea, oppure così generiche da essere vere anche in Italia. Per esempio, la necessità dei professori di pubblicare saggi è rinomata a chi ha frequentato i corridoi universitari — così come la frustrazione nel dover rispettare certe scadenze magari stringenti. Per contro, anche se non possediamo dei Campus Universitari, a tutti sarà chiaro il tipo di ambiente che vi si respira.
Come ogni Università che si rispetti, anche Pigsmoke è divisa in Departments. Questi erano conosciuti fino a qualche anno fa come Facoltà in italiano, salvo essere uniformati al termine "Dipartimento" con la più recente riforma — con buona confusione di tutti noi laureandi che siamo passati da uno all'altro nome all'atto di compilare il frontespizio della tesi. Abbiamo perciò creato questa "falsa" corrispondenza anche per rimandare al Dipartimento di... che sempre più spesso sentiamo nel doppiaggio di serie tv e film.
Una particolarità: all'interno di Pigsmoke esiste un intero Dipartimento di medicina magica popolato da studiosi tanto efficaci quanto inclini alla sperimentazione. Si tratta di un Dipartimento non giocabile (non è presente un Libretto appropriato), ma descritto come in grado di farsi tranquillamente beffe della morte... e di praticamente qualsiasi cosa. Molte università italiane hanno un'infermieria, ma la Medical Wing di cui parlava Pigsmoke non poteva essere tradotta con un termine così "freddo" — visto anche l'arcano potere dei biomanti. Dopo qualche discussione abbiamo deciso di seguire la linea precedente, rendendo il luogo con Ala Medica.
Uno dei Libretti dei Ruoli giocabili è The Git (letteralmente "l'idiota"), che delinea una persona dedita a terrorizzare i propri studenti ed a mantenere la propria posizione al costo di quella dei propri colleghi. In mancanza di termini non volgari per rendere bene il significato abbiamo optato per Il Barone, termine colloquiale, non certo elogiativo e molto caro agli atenei italiani.
Allo stesso modo la mossa The Educator del Libretto de Lo Sgobbone (The Workhorse, in inglese) avrebbe perso di parecchia unicità con una traduzione letterale. Abbiamo perciò deciso di prendere a piene mani dal mondo accademico italiano, optando per l'adattamento Montessori de Noantri, con cui bonariamente prendiamo in giro e al contempo riconosciamo la portata della teoria montessoriana dell'educazione.
Per questo primo di quattro articoli sulla traduzione di Pigsmoke è tutto. E non preoccupatevi: abbiamo in programma anche una recensione classica del gioco prima della sua uscita a Modena Play.
Alla prossima,
Spiritogiovane
Ricordate le favole dei fratelli Grimm? Di sicuro ne avete lette un paio da bambini: molte di esse cominciano con una bestia. Un lupo, un orso che in realtà è un principe maledetto. Molte di esse cominciano dalla Bestia.
Magari qualcuno viene danneggiato da questa creatura misteriosa e, per questo motivo, decide di vendicarsi. Oppure il protagonista viene pagato dalla regina di turno per liberarsene. Non importa: la Bestia, all'inizio della favola, ci viene presentata sempre e comunque come "malvagia" e "perversa". Perché, e i greci lo insegnano, "καλός καὶ ἀγαθός", "Bello e Buono" è meglio. Bello e Buono, ovviamente, significa "in possesso di tutte le virtù". E la bellezza è una virtù.
The Beast di Grant Howitt comincia proprio così.
I vostri personaggi saranno contattati, più o meno rocambolescamente, dal "Barone". Lui ha dei legami con voi, qualcosa per cui, se vi chiede un “favore”, voi certo non potete dirgli di no. Questa volta il Barone ha un problema con la Bestia. Vi chiederà di farla fuori, né più né meno. Questa gli sembrerà la soluzione più opportuna.
E voi? Voi accetterete, perché non potrete farne a meno.
La Bestia però è una creatura intelligente, oppure ferale, o ancora aliena. E di sicuro non sarà semplice acciuffarla avvalendosi di qualche rozzo metodo da cacciatore. Niente tagliole, niente reti.
Allora capirete che, se ne volete cavar fuori qualcosa, dovrete prima imparare a conoscere il vostro nemico. Iniziare a chiedere di lui, a investigare.
Scoprirne la genesi e le motivazioni.E come conoscerla meglio, se non scoprendone i segreti? Se non "svoltando" lentamente tutto ciò che copre il nucleo di una creatura mostruosa e inizialmente inconoscibile? Potreste avere sorprese. Potreste scoprire che "brutto" non è per forza sinonimo di "cattivo". Che, come le favole insegnano, si deve sempre cercare – per quanto possa essere difficile - di andare al "nucleo" delle cose.
E ancora, che non si deve essere superficiali. Mai.
E quando lo scoprirete, quale sarà la vostra scelta? Da che parte starete?
Al fianco dei vostri cari compagni? Del Barone che vi ha assoldato? Porterete a termine la missione?
Oppure, magari, starete al fianco della Bestia?
The Beast è un gioco di ruolo d'azione, mistero e segreti. Un gioco di ruolo one-page e no-prep (vuol dire che non richiederà alcuna preparazione prima di essere giocato).
Dalle parole dell'autore, Grant Howitt, The Beast è: "a game about hunting down a nightmare creature that can break you in half without really trying." (un gioco sul cacciare una creatura dell’incubo che potrebbe rompervi in due senza nemmeno provarci davvero)
Ma tutto questo, potreste chiedervi, può stare in una sola pagina?
La risposta è assolutamente sì.
E allora cacciate la Bestia. Addentratevi nel bosco, perdetevi nel lago. Scoprite fonti maledette, arrivate al vero motivo principale per cui una creatura ha deciso di cominciare a imperversare per i domini del Barone.
Abbiate il coraggio, alla fine, di scegliere da che parte stare. Basatevi sulle prove che avete ottenuto, sui vostri sentimenti per l’uno o per l’altro lato. Su quello che provate per i vostri compagni.
Non è l’“evoluzione” stessa, quella dell’eroe, il vero senso ultimo della “quête”, della “cerca”?
The Beast è il secondo gioco di Grant Howitt, dopo Big Gay Orcs, che Storie di Ruolo traduce e diffonde gratuitamente in italiano. Dopo questa appassionante intro di Chiara e Giuseppe (al secolo MorgenGabe) cogliamo l'occasione di ringraziare nominalmente tutti coloro che hanno collaborato:
Alla prossima - se La Bestia non vi prende prima,
Il Team di Storie di Ruolo