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Se mai avete pensato di progettare un gioco con qualche componente grafica o materiale, lo sapete: creare un prototipo, soprattutto se non è definitivo, è sempre uno scoglio intimidatorio. Se siete pigri come me, vi sarete sicuramente chiesti: non ci sarà un modo per fare prima?
Ho colto l'occasione della mia presenza a Play Trade come inviato per il Blog assieme a Vanessa per chiederlo a Francesco Ubbi Ubbiali e Francesco Rugerfred Sedda, due designer italiani che utilizzano entrambi Tabletop Simulator per i loro prototipi.

Ubbi e Rugerfred

...probabilmente avremmo dovuto usare questa come copertina!

Edoardo: «Ciao ragazzi, ben trovati! Cominciamo con la prima, doverosa, domanda. Che cosa è Tabletop Simulator?»

Francesco Rugerfred: «Tabletop Simulator (in breve anche TTS, nde) è nato sull'onda dei simulatori, tipo Surgeon Simulator oppure Goat Simulator, per simulare "quel tipo di esperienza" caotica e caciarona con giochi classici come gli scacchi. Ci si è però accorti che, come direbbe Calleja, forniva una "Kinesthetic and Spatial involvment" che è molto vicino al giocare al tavolo di persona rispetto ad altri simulatori. E dico "Kinesthetic and Spatial involvment" per non dire Immersivo, che se lo dite.. vi vengo a trovare negli incubi!».

Francesco Ubbi: «Sì, perché fondamentalmente Tabletop Simulator è un simulatore fisico. Gli altri simulatori di boardgame online, come Vassal o Tabletopia, investono molto meno o addirittura per niente sulla fisica del gioco. Invece TTS ti da proprio la sensazione di stare interagendo con oggetti fisici: manca la sensazione tattile, ma si avvicina molto».

Edoardo: «Avete mai provato ad usare TTS con degli strumenti per la VR?»

Rugerfred: «Ho tutta l'attrezzatura, ma non ne ho ancora avuto l'occasione: mi dispiace lettore da casa! Penso però che l'esperienza diverrebbe ancora più pervasiva».

Ubbi: «...però già il fatto che i pezzi, se appoggiati non perfettamente, continuino a spostarsi con tanto di effetto sonoro appropriato, rende l'esperienza molto coinvolgente».

Edoardo: Ora che sappiamo cosa è Tabletop Simulator, per cosa viene solitamente usato dall'utente medio?

Ubbi: «A differenza di ciò che pensano i detrattori, si usa principalmente per provare un gioco e capire se è valido oppure no. Parlando dei giochi da tavolo, il mercato è fortemente in espansione e nel 2017 sono usciti una marea di titoli, talmente tanti che comprarli per provarli è impensabile. Anche chi ha la fortuna di avere una associazione ludica vicino a casa - ad esempio io ce l'ho - ha comunque dei limiti: ci servirebbero dei soldi dal governo o qualcosa di simile per comprare tutto quello che esce!
Ci sono anche giochi ormai praticamente introvabili: come li compri, se non esistono sul mercato? Parliamo di tantissimi titoli interessanti, ormai fuori produzione, che non vengono ristampati. Puoi provare a cercarli su eBay, pagando qualcosa come 500€ - ed alcuni non li trovi nemmeno così».

Rugerfred: «Poi il mondo è sempre più globalizzato, il gruppo si sparge e poter giocare ancora da tavolo online è un' opportunità. Io vivo in Danimarca da 3 anni, ma gioco spesso con Ubbi, che sta a Milano (mentre io che sto vicino a Milano con Ubbi non sono ancora riuscito ad organizzarmi, nde). Ci sono anche persone che faticano con l'inglese e non hanno a disposizione localizzazioni del gioco, mentre su TTS ci sono un sacco di workshop (tavoli dove un gioco è allestito, nde) con traduzioni amatoriali in russo, spagnolo, francese, etc».

Ubbi: «É anche più facile trovare giocatori online piuttosto che nella tua zona se vuoi provare, chessò, un gioco per esattamente 5 giocatori, german pesantemente strategico veramente cinghialone: non è detto che riesci a farlo con gli amici con cui ti vedi di solito».

Edoardo: «Ma voi non siete "l'utente medio"! Per cosa usate voi TTS?»

Rugerfred: «Playtestare a manetta! Playstormare a manetta! Ma ovviamente anche giocare a manetta».

Ubbi: «Tutto quello che fa la gente normale e che abbiamo detto prima, ma anche queste cose qua».

deskflip su tabletop simulator

..ed, occasionalmente, flippano anche i tavoli 😉

Edoardo: «Se doveste paragonare il lavoro di prototipazione di un gioco su Tabletop Simulator rispetto a quello tradizionale, che pregi e difetti trovereste?»

Rugerfred: «Sono due cose diversissime! Dipende un sacco, secondo me sia chiaro, dalla tua routine di design e dalla tua capacità di fare design iterativo. Se non sei proficient.. ovvero, competente con gli strumenti di grafica necessari alla prototipazione digitale, fare un prototipo su TTS può essere veramente lento, il che significa che anche il tuo design iterativo sarà lento.. e se non fai design iterativo, sei una brutta persona e dovresti cominciare a farlo!  Se invece hai le competenze che servono, allora Tabletop Simulator è un modo veramente veloce ed efficace di prototipare».

Ubbi: «Ovviamente non puoi prototipare tutto. Ad esempio è impossibile giocare un dexterity su TTS: Abbiamo provato assieme Break it up a Notch ed è stato veramente disastroso. Lo stesso per giochi di velocità come Dobble o Fantascatti! Ed anche i giochi in tempo reale, se non in casi particolari, possono rendere male. Per giochi di tipo tedesco o europeo, è perfetto: su Tabletop si può salvare la partita! Puoi dividere tranquillamente la partita di qualsiasi gioco lungo in due serate. Ad esempio stasera in hotel giocheremo a Mage Knight ed abbiamo dovuto chiedere all'hotel di riservarci dei tavolini per lasciarci la partita sopra».

Edoardo: «In che modo giocare e prototipare su TTS influenza il vostro modo di progettare giochi da tavolo? (entrambi hanno centinaia di ore di gioco, anche se mi hanno esplicitamente detto di non dirlo ed io li sto esplicitamente ignorando, nde

Rugerfred: «Guarda che io gioco molto anche non su Tabletop! ma se non parliamo di un gioco senza componenti dexterity o di velocità, il design su TTS è il primo che faccio: ormai stampo il cartaceo almeno dopo una dozzina di playtest su TTS. Entrambi i giochi che presento al PlayTrade sono diventati prototipi fisici solo dopo mesi di prototipazione online».

Ubbi: «A me Tabletop ha aperto il "mondo" alla possibilità di fare giochi tridimensionale: vengo da tanti giochi piatti, che usano in modo particolare un tabellone 2D, e invece TTS permette di prototipare in maniera veloce anche componenti 3D, sia per una questioni estetiche che meccaniche».

Edoardo: «Nel futuro, vedete dei giochi pensati, progettati e venduti su TTS?»

Ubbi: «Qualcosa c'è già! Ci sono dei giochi completamente pensati e progettati su Tabletop Simulator che vengono venduti come DLC (cioé contenuti aggiuntivi acquistabili, nde). Non so però se possa attecchire: non mi immagino persone che si conoscono e che invece di trovarsi fisicamente preferiscano giocare online su TTS.
Sarebbe bello però vedere usato TTS in maniera "ufficiale": ad oggi la maggiorparte dei workshop viene caricata dagli utenti, ma se un domani lo facessero gli autori e gli editori in modo di far provare il gioco.. sarebbe un po' come per i viedeogames, dove però è stato dimostrato da studi specifici come la pirateria non incida in realtà sulle vendite. Ad esempio, se avessi potuto provare prima No Man's Sky... (e qui c'è un taglio doveroso, perché Ubbi ne ha parlato per circa 10 minuti, ndr)».

Rugerfred: «Gli attuali giochi venduti come DLC,  io ho provato The Capitan is Dead e Schyte, sono un ottimo tentativo, ma sono lontani dall'essere un utilizzo pervasivo ed appropriato di tutte le potenzialità della piattaforma. Non mi franintendere eh, sono molto meglio di un sacco di moduli amatoriali ed soprattutto hanno degli script automatici che gestiscono molti degli automatismi del gioco: è una funzionalità che io uso poco dal momento che il mio prototipo continua a cambiare, ma ho giocato ad alcuni titoli il cui setup era stato automatizzato ed è veramente figo!
Ad esempio Ubbi mi raccontava che ha giocato ad una versione di Mage Knight in cui durante la notte veniva automaticamente creata un'ombra nera sul tavolo: questo in un boardgame fisico non puoi averlo, ma qui puoi ottenerlo andandoti ad ibridare con un videogioco! Il DLC di TTS potrebbe diventare anche una alternativa al fisico: un po' come gli ebook, posso comprare il gioco ed averlo e pagarlo molto meno».

Edoardo: «Per chiudere! Che giochi portate a PlayTrade e, se qui non dovesse andare, li vendereste come DLC su TTS?»

Ubbi: «Io porto Quaterni Lapilli, è un gioco di strategia e di controllo del territorio per due giocatori ad informazioni perfette. Il nome significa, in latino, "quattro sassolini alla volta", ed il gioco parla di due generali romani incaricati da Giulio Cesare di gestire l'approvvigionamento per le linee romane durante le guerre galliche. Il gioco si svolge scegliendo azioni da delle carte bifronte che, una volta spese, mostrano il loro secondo lato il turno seguente. É un gioco pocket, ed è esistito prima su TTS che fisicamente: preferirei però vedere una pubblicazione fisica che su TTS. Magari con il prossimo titolo!»

Quaterni Lapilli su Tabletop Simulator

Quaterni Lapilli, nel suo setup iniziale.

Rugerfred: «Io ne porto due. Il primo, La Città delle Navi, un gioco competitivo per 3-5 giocatori, è nato e cresciuto su TTS. Nel gioco c'è una città di navi che cresce assaltando ed annettendo altre navi ed i giocatori si contendono l'influenza politica della città finché uno di loro non ne otterrà il controllo. Il secondo, Ship! Ship!, è un cooperativo da 2 a 5 giocatori nato alla PapJam a Copenaghen e playtestato su TTS. I giocatori sono dei naufraghi su un isola e devono sopravvivere finché una nave non passerà sperando di farsi notare. Per entrambi, se dovesse capitare, li vedrei bene su TTS».

La Città delle Navi su Tabletop Simulator

La Città delle Navi, nel suo setup iniziale.

Ship! Ship! su Tabletop Simulator

Ship! Ship! nel suo setup iniziale.

Con questa ultima domanda ho lasciato Ubbi e Ruger andare a prepararsi per presentare i loro giochi allo Speedate - l'incontro tra autori ed editori del PlayTrade. Ma se vi interessa approfondire l'argomento, li potete trovare entrambi nel gruppo FB Giocare Analogico oppure nel gruppo Telegram Tabletop Simucose .. e ovviamente, su Tabletop Simulator!

Alla Prossima,
Edoardo

 

Come ogni anno, fin dal 2014 (qui una comprova dei miei misfatti), mi recherò a PLAY Festival del Gioco a Modena dal 6 all'8 Aprile. Quest'anno la fiera compie dieci anni e per l'occasione ha portato diverse novità nel proprio palinsesto, di cui l'estensione a tre giorni è solo l'ultima goccia.

Sono stati gli amici e colleghi di MorgenGabe a passarmi il contatto di Flavio Mortarino, una delle menti dietro all'iniziativa Play Trade che vedrà luce in concomitanza al Play: Festival del Gioco! L'ho raggiunto telefonicamente per fargli qualche domanda.

Spirito Giovane: «Ciao Flavio! Dicci, in breve, cosa è Play Trade!»

Flavio Mortarino: «Play Trade è un evento che nasce da quella che io e gli altri organizzatori abbiamo visto come una necessità. Il mercato del gioco sta crescendo in Italia, così come all'estero, e secondo noi mancava un evento dedicato al lato business. La prima edizione di Play Trade si rivolge a cinque figure importanti del settore: gli editori, che sono i protagonisti con uno spazio in Sala 400 per presentare loro e le proprie novità; gli autori di giochi ai quali, in collaborazione con SAZ Italia, saranno dedicati eventi per metterli in relazione con editori; i negozianti, che potranno godere di talk specifiche e di un luogo in cui rapportarsi 1-a-1 con gli editori; giornalisti, blogger, interessati che potranno creare relazioni con i primi tre protagonisti. Infine, le associazioni, che potranno inviare due rappresentanti per stringere anch'essi contatti, ma ai quali al contempo abbiamo chiesto un piccolo coinvolgimento nella realizzazione: un'associazione può nominare infatti dieci membri come very important player; costoro potranno giocare negli spazi di Play e daranno una votazione ai giochi che proveranno. Con i loro voti creeranno una classifica parallela a quella di Gioconomicon e rintracciabile anche sul loro sito. Il pacchetto associativo si chiama per questo All you can play».

S.G.: «Caspita! Chi si accredita per Play Trade cosa ottiene dunque?»

F.M.: «Gli editori, che sono il pilastro centrale dell'evento, hanno una parte della Sala 400 a loro dedicata per facilitare la presentazione dei loro prodotti a tutti gli altri protagonisti dell'evento. Oltre a ciò, hanno a disposizione salette in cui fare presentazioni, workshop ed eventi: possono altresì decidere se l'evento è per tutti i partecipanti di Play Trade, oppure solo per alcune tipologie, come incontri per soli giornalisti o negozianti. L'editore comunque ha il vantaggio di essere presente in loco, separatamente da uno spazio pieno di rumore e caos come la fiera, e visualizzare nuovi progetti con una certa tranquillità. Potranno anche interagire con un ring creato al centro della Sala 400 e animato dagli organizzatori del Gioco dell'Anno; sarà gestita come una sorta di animazione e, se un editore non è d'accordo... diciamo che può alzarsi dallo stand e dare la sua opinione!».

Giuria Gioco dell'Anno Play Trade

La Giuria del Gioco dell'Anno animerà il ring al centro della Sala 400 di Play Trade.

S.G.: «Quanto alle altre tipologie di protagonisti?»

F.M.: «Rispetto agli editori, gli Autori iscritti a Play Trade hanno determinati benefici: possono partecipare a delle talk ad essi dedicati, che vanno da presentazioni di tool per prototiping, fino a discuss su piattaforme come quella di kickstarter. Inoltre possono partecipare al pomeriggio allo speed date: in turni da 5 minuti possono presentare ad una serie di editori un proprio progetto! Tra l'altro, al mattino abbiamo anche un workshop dedicato al pitching, cioè al metodo per presentare in breve un progetto ad un editore. I Giornalisti possono accedere invece ad una pletora di contatti e di materiale... e se hai un accredito stampa per Play Trade, ti accrediti per tutto Play - cosa non da poco visto che non è possibile il contrario! Hanno poi una saletta a loro dedicata, dove c'è una connessione internet, tavoli, materiale per stanziarsi un poco e sbobinare interviste o stendere articoli. Ci saranno alcuni slot in tutti e tre i giorni della Play in cui la saletta sarà chiusa solo per chi l'ha prenotata per fare delle registrazioni o delle dirette streaming, gestite per ora da Il Dado Incantato e dal Dunwich Buyers Club. Infine, last but not least, per i Negozianti c'è pacchetto di partecipazione che, una volta acquistato, permette di partecipare a tutti gli eventi di Sala 400, più alcuni specifici talk (ad esempio, come aprire un negozio o va bene trasformare un negozio in un boardgame cafè?): queste iniziative sono coordinate insieme a Francesco Biglia de Il Folletto di Biella e ha circa vent'anni di esperienza nella categoria e anche di come sia trattata all'estero».

S.G.: «Caspita, che programma!»

F.M.: «In realtà c'è molto di più, ogni partecipante al Play Trade riceve una email con un calendario eventi ancora in espansione. Ah, e non ho detto tutto: ogni partecipanti è ancora più spinto ad interagire con gli altri perché il venerdì all'ora di pranzo ci sarà un Brunch Conviviale con animazione per scambi contatti: per mangiare e bere... dovrai scambiare biglietti da visita! C'è una sorta di gamification del tipo di evento, diciamo così».

S.G.: «Siete dunque non solo paralleli, ma anche tangenziali a Play?»

F.M.: «In realtà ci saranno strascichi di Play Trade nella fiera principale! C'è uno Spazio Prototipi entro il Padiglione C, già da alcune edizioni, ma abbiamo deciso di ampliarne le potenzialità perché in esso ci saranno tutti gli autori che presentano pitch al Play Trade. Nella stessa zona c'è, in collaborazione con SACS, il Gioca con l'Autore: puoi sederti a provare un gioco con l'autore stesso, in modo da facilitare l'incontro giocatore-autore».

S.G.: «Play Trade è nato per i giochi da tavolo, ma si è aperto anche ai gdr giusto?»

F.M.: «L'apertura al gioco di ruolo in realtà c'è sempre stata: sia io che Andrea e gli altri di Play, siamo tutti da sempre giocatori di ruolo. Io sono stato fondatore di Janus Design ed è stato un modo per entrare nell'altro lato del mondo gdr, Andrea è tra i creatori del gioco Piombo di Narrattiva. Abbiamo quindi entrambi un forte retaggio ruolistico. Il GDR al Play Trade è arrivato in seconda battuta solo perché il mercato lo mette in seconda battuta. Ma quando un Editore che arriva ha anche gdr o esclusivamente gdr... l'apertura è servita senza chiederla».

sala 400 modena fiere play festival gioco

Una vista della Sala 400 della Play, che per Play Trade sarà però strutturata diversamente.

S.G.: «Bene! Ma se chi ci legge avesse un gdr da proporre agli editori?»

F.M.: «Guarda, per vari motivi sono cambiate un po' di deadlines: la scadenza per autori e negozianti è stata infatti prorogata fino al 26 marzo! Anche chi ha un gdr può partecipare allo speed date, dove infatti chiediamo agli Editori il tipo di giochi che vogliono sentirsi presentare: c'è proprio una categorizzazione con family board gamesboard gamesgiochi di ruolo. Se volete dunque presentare un GDR, iscrivetevi al Play Trade! Fatelo ORA!».

S.G.: «Prima di finire, da dove è nata l'idea di Play Trade

F.M.: «Da me e Andrea Vigiak. Siamo amici dagli anni Novanta e abbiamo navigato l'ambiente del gioco in direzioni varie. Ciò ci ha permesso di vedere com'è la situazione all'estero: ogni paese/continente gestisce fiere ed eventi business-to-business gestiti in modo diverso. Per esempio, a Norimberga c'è un evento b-to-b che si ingrandisce anno dopo anno, ma ha una forma differente perché è dedicata al giocattolo; in Italia c'era qualcosa ma non aveva preso terreno. Un giorno io e Andrea ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: "come possiamo portarlo in Italia?". Così abbiamo deciso di presentarlo al PLAY che ci ha dato fiducia vedendolo come una sorta di ciliegina per il decennale».

S.G.: «Quindi immagino non proporrete qualcosa di simile in altre fiere...»

F.M.: «Un evento b-to-b è professionalizzante, è un evento reale e ha un costo. Insomma, c'è un po' di fatica monetaria da sostenere ed è per questo che chiediamo ad ogni partecipante qualcosa in cambio. Questo rende difficile presentare un evento stile Play Trade più volte l'anno. Poi, abbiamo un accordo con PLAY, che però ha un vantaggio: se loro avranno uno stand in altre fiere per presentarsi, li seguiremo per diffondere la presenza di Play Trade. Attualmente non c'è alcun progetto ulteriore rispetto a quello di Modena, comunque».

S.G.: «Ultima cosa: parlaci di te!»

F.M.: «Io ho trent'otto anni e vengo da un paesino vicino a Milano. Da quindici anni in poi ho fatto vita ludica in associazioni ed eventi, così come fiere. Sono sempre stato un fan di giocare e far giocare. Nel 2007 io e alcuni amici abbiamo messo in piedi Janus Design, con l'intenzione di localizzare giochi di ruolo indie americani e internazionali. Sono così passato all'altro lato del banco e da allora ho sempre cercato di rimanere nel mercato. Da qualche mese lavoro per Horrible Games! Quanto ad Andrea Vigiak, è stato presidente federale del Club TreEmme per diversi anni e da qualche tempo è socio di Pendragon Game Studio e quindi anche per lui, forse prima di me, è chiara l'esperienza internazionale».

Ringrazio Flavio Mortarino e tutti quelli di Play Trade per aver creato questa bellissima opportunità! Noi di Storie di Ruolo avremo un piccolo contingente presente all'iniziativa e anche gli amici di MorgenGabe vi parteciperanno per la rivista GDR Times: quale migliore occasione per conoscerci, specie se avete un vostro gdr? Ricordatevi di iscrivervi dunque a Play Trade!!!

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