Questa è la prima recensione "non giocata" che faccio sul blog, ma in questo caso mi sento giustificato. Improv GdR: Ruolare meglio con l'improvvisazione teatrale, non è infatti un manuale di gioco in senso stretto.
Quando il volume è uscito nel 2018 per Evil Hat Publishing (lo stesso editore americano di Fate e di Blades in the Dark, per citarne due famosi) e firmato Karen Twelves, in redazione ci siamo chiesti se si fosse potuto considerare il successore spirituale di Play Unsafe, storico libro di Graham Walmsley a supporto del gioco di ruolo da tavolo, attualmente inedito in Italia.
Il sottotitolo dell'edizione italiana è chiaro: Improv Gdr serve a migliorare le vostre capacità di giocatori di ruolo tramite l'improvvisazione teatrale.
Ma come si propone di raggiungere questo obiettivo? Ci riesce? E soprattutto, è il metodo adatto a voi?
Quella del bravo giocatore (o nella sua declinazione più utilizzata, del Bravo Master) è una questione annosa nella community del gioco di ruolo, tanto che ne ho parlato anche io recentemente, riguardo ai moduli avventura di Dungeons&Dragons.
Per riassumere la diatriba, parlare di bravi giocatori di ruolo spesso assume la decodifica aberrante che non sia rilevante il gioco che si sta giocando, purché esistano giocatori bravi.
Opinione personale: è una mezza verità. Un gruppo di gioco molto brillante e affiatato raggiunge un buon risultato anche con un gioco rotto, ma è come spararsi in un ginocchio prima di correre una maratona.
L'autrice, nel volume, non si esprime sulla questione, ma troveremo in appendice una lista di giochi di ruolo consigliati - sulla quale torneremo più tardi, promesso. Non è una risposta definitiva, ma mi piace pensare che sia perché la pensa in modo simile a me.
Quello su cui invece si esprime sono le qualità che un buon improvvisatore dovrebbe avere - e per estensione quali di queste applicare per diventare un giocatore di ruolo migliore.
Il manuale è strutturato in capitoli tematici, pertanto basta dare un occhio all'indice per farsi un'idea di quali siano le aree di interesse.
Si parla del SI, E... , di come valorizzare le azioni del personaggio e di come far cambiare il suo status attraverso il gioco, di come costruire scene interessanti e anche del Play To Lift [1] - quest'ultimo in modo abbastanza trasversale.
[1] L'articolo è in inglese. Salvo impedimenti questa incresciosa situazione non dovrebbe persistere a lungo.
Un vecchio adagio recita: "La pratica rende perfetti". Ed infatti il manuale propone una serie di esercizi di improvvisazione teatrale raggruppati per area tematica.
So già cosa state pensando. "Ma siamo tutti blindati in casa, se giochiamo lo facciamo su Discord. Cosa me ne faccio di un manuale di esercizi da fare in presenza?" Io stesso devo ammettere di non aver potuto "provare con mano" gli esercizi, se non un paio e cooptando forzosamente Vanessa.
La risposta è semplice: gli esercizi servono a rinforzare quella che è la parte centrale di contenuto del volume, che si trova nei numerosi box scritti per dare contesto ai vari esercizi. In questi box viene spiegato cosa l'esercizio vuole ottenere e dove si vuole andare a parare.
Ho trovato questa impostazione molto efficace, perché lascia al lettore più opzioni su come "assorbire" il concetto. Soprattutto il manuale non fa alcun esempio legato ad un titolo specifico, lasciando al lettore il compito di calare questi concetti nella sua esperienza.
Ritengo che quest'ultima parte sia croce e delizia di questo prodotto: da una parte esempi specifici sui giochi avrebbero aiutato ad abbassare il livello di impegno necessario ad affrontare il testo, ma lo avrebbero anche trasformato in un mattone da infinite pagine, contro le snelle 108 abbondantemente illustrate che conta adesso.
Dall'altra, credo che il target del volume sia proprio il giocatore desideroso di migliorarsi, di conseguenza disposto anche a capire quali consigli vanno bene per il gioco che vuole giocare (ancora, il testo non lo specifica: ma è irrealistico pensare che tutti i consigli vadano bene 1:1 su tutti i giochi).
L'edizione di Need Games è un hardcover ad un prezzo decisamente contenuto ed in generale un bel oggetto da avere tra le mani (che grande giudizio da esperto, eh? Ora chiedetevi perché nei miei post tralascio sempre questa parte 😛 ).
Riguardo all'edizione italiana, ho solo due cose da aggiungere.
La prima è una "critica" alla terminologia: nel manuale infatti si parla di "Editing" delle scene riferendosi a quello che normalmente noi chiamiamo Framing.
Sono abbastanza sicuro che si tratti di un termine specifico degli Improvvisatori teatrali, e non di una licenza di traduzione (Maledetti improvvisatori teatrali, hanno rovinato l'Improv!). O almeno così dice Google. Sapevatelo, tutto qui.
La seconda è un enorme plauso all'onestà intellettuale di Need Games, che ha pubblicato un manuale nella cui sezione "Giochi Consigliati" non figura nemmeno uno dei loro titoli. Anzi, i riferimenti sono aggiornati con i corrispettivi delle varie edizioni italiane.
Credo che Improv Gdr possa considerarsi, in qualche modo, una Base Culturale per un certo modo di giocare.
Leggendo il manuale infatti mi sono ritrovato con un sacco di tecniche spiegate che, pur non avendo mai fatto improvvisazione teatrale, mi erano famigliari per una serie di giochi che avevo giocato (a partire dai Giochi Consigliati nel volume, ma anche molti altri).
Con questo non significa che tutte le tecniche esposte vadano bene per qualsiasi gruppo, per qualsiasi gioco ed in generale vadano applicate tutte e sempre - altrimenti stareste facendo improvvisazione teatrale con un D20.
Sceglietene un paio e provatele, e magari ne introdurrete una terza la sessione successiva: io, almeno, farò così.
Sì, E... al prossimo articolo!
Edoardo