Bentornati a tutti sulle pagine di Storie di Ruolo! Oggi vi proponiamo un articolo che vuole fare il punto della situazione su qualcosa di collaterale al mostro sacro Dungeons & Dragons 5E: i siti ufficiali. L’idea è nata da una notizia che forse molti di voi hanno appreso: presto sarà tradotto in italiano il sito D&D Beyond, un insieme di tool digitali dedicati agli amanti del gioco. Ho pensato quindi di farvi un elenco di tutti i siti ufficiale con una breve spiegazione per ognuno!
Lo scopo di questo articolo è fornire informazioni utili a chi si avvicina al gioco ora, ma anche approfondire la dimensione digitale di D&D 5E per chi già lo conosce.
Okey, okey, okey: questo può sembrare fin troppo easy. Il sito ufficiale di Dungeons & Dragons 5E è facilmente raggiungibile, basta cercarlo su google, ma… cosa nasconde al suo interno? Tra le varie sezioni come New to D&D? e Livestream(dove trovate il Podcast Dragon Talk, più canali di streaming ufficiali) potreste incappare nella sezione Articles. Qui incontrerete cose interessanti:
Sage Advice è una rubrica tenuta da Jeremy Crawford, lead designer della 5E, che riprende un column tipico della rivista The Dragon, dove le persone chiedevano aiuto per le loro sessioni. Inizialmente sul sito ufficiale, la rubrica si è spostata su Twitter dove è così tanto evoluta da aver generato un sito dedicato, SageAdvice.eu, curato da Christian Zoltar Bellomo, che raccoglie consigli esterni a quelli di Crawford così come quelli ufficiali. A inizio 2019 sono stati raccolti in un Compendium ufficiale che somiglia molto ad una FAQ del regolamento.
La seconda rubrica interessante è Unearthed Arcana, che per molti giocatori è un nome altisonante. Infatti, deriva da una coppia di manuali di D&D (il venerabile Unearthed Arcana per Original e il più recente D&D ’Unearthed Arcana di 3.5) che svelavano i meccanismi importanti per il design di nuovi contenuti di gioco. Questa rubrica fa lo stesso, proponendo al pubblico regole e contenuti futuri da provare nelle campagne, creando anche un po’ di hype sui prodotti che sono in lavorazione alla Wizard. Contiene anche le versioni alternative di molte classi e razze che la Wizard sta testando.
Infine, sul sito ufficiale trovate anche la pagina della Dungeons & Dragons Adventurers League, che è il format di gioco organizzato della Wizard già arrivato anche in Italia. Si tratta di una campagna ufficiale per giocare nei famigerati Forgotten Realms insieme ad altri giocatori. Sono perlopiù organizzate da associazioni ludiche e negozi (qui in Italia), che fanno da appoggio a Game Master per la conduzione della campagna. Ci sono prodotti associati alla Adventurers League acquistabili online o gratuitamente scaricabili, raccolti sul sito collaterale D&D Adventurers League.
Continuiamo proprio da Dungeons & Dragons Beyond, un portale che fornisce strumenti digitali per giocatori e master e permette di caricare anche i propri contenuti homebrew, di cui abbiamo recentemente parlato. Il sito si presenta aperto alla consultazione, con numerose sezioni che vanno dalla creazione di contenuti alla consultazione delle regole, dalle risorse digitali fino ad un classico forum. Ma entriamo nel dettaglio!
La parte di creazione contenuti è messa molto in risalto, presentandosi come prima tra tutte le opzioni a disposizione. Ogni creazione deve seguire le linee guida proposte dal sito per poter essere aggiunta e finirà sia in una libreria di contenuti personali, sia in una apposita sezione Homebrew passando però una fase di valutazione da parte dei moderatori. Aggiungere prodotti homebrew creati da altri alla vostra libreria è possibile, ma solo dopo una sottoscrizione mensile o annuale — ne parleremo a breve.
È possibile anche acquistare una versione digitale dei manuali per poter consultare le regole online, anche se forse l’opzione più interessante del Market interno è la possibilità di acquistare anche solo un argomento o capitolo di ogni manuale, come per esempio i Background o le Classi.
Altro importante elemento sono gli Strumenti del sito, divisi in tre parti: l’ovvio Character Builder, una comoda estensione per Twitch (che permette di aggiornare lo status del proprio PG in real time) e (in beta) un Encounter Builder.
Completano il sito un New Player Guide, che permette di introdurre nuovi giocatori a D&D, e vari sistemi di notifica e di messaggi privati che permettono di interagire con altri giocatori. Questo perché una parte di D&D Beyond è pensata più per gruppi che per singoli giocatori e questo si riflette anche sulla sottoscrizione.
Come accade per siti come Netflix o Spotify, D&D Beyond propone una sottoscrizione mensile che permette di rimuovere la pubblicità, aggiungere contenuti homebrew condivisibili con altri e permettere una creazione infinita di personaggi. I costi non sono esorbitanti: la versione Hero costa 2,99$ mensili, ma se fatturati come bimensili diventano 14,99$ e annualmente 25,99$ (con un risparmio totale di circa 10$).
La versione Master è invece pensata proprio per master e gruppi di gioco perché introduce qualcosa di goloso: puoi condividere i contenuti acquistati con altri giocatori che partecipano alle tue campagne, così da evitare che se li debbano acquistare separatamente. Il costo è di 5,99$ mensili, che diventano 29,99$ a semestre o 54,99$ all’anno (con un risparmio totale di circa 16 euro).
Entrambe le sottoscrizioni danno anche accesso all’utilizzo di regole in alpha test.
La Dungeon Master Guild è una piattaforma che ti consente di creare contenuti commerciabili per Dungeons & Dragons 5E, usando quindi la proprietà intellettuale (IP) di Wizards of the Coast. Potete quindi vendere le vostre avventure, razze, classi e qualsiasi altra cosa abbiate creato per D&D, pur rimanendo nell’alveo della cosiddetta Open Game License (OGL) - per capire cosa significa potete controllare le nostre avventure per la 5E, che sfruttano la OGL contenuta in calce alla stessa.
Il sito è generato in collaborazione con One Book Shelf, azienda più rinomata per il sito principale DriveThruRPG da cui tutti noi almeno una volta abbiamo acquistato (ora fusosi anche con RPG.net, che già era entrato a far parte della stessa azienda). Questo ha garantito notevoli vantaggi alla Wizard, poiché avendo un sito identico a quello di DriveThru, chiunque sappia usare quest’ultimo saprà anche usare la DM Guild.
La Wizard of The Coast pubblica anche direttamente contenuti ufficiali sulla DM Guild, così come seleziona autori tra coloro che producono contenuti homebrew venduti sul sito per creare prodotti ufficiali — attraverso il programma Guild Adept.
Caricare un proprio prodotto sulla DM Guild è tra l’altro molto semplice. Basta andare nel proprio Account e scorrere fino alla voce My Content, dove si trova una pagina di spiegazione, una per creare il titolo da vendere (con una procedura guidata passo passo), più strumenti per aggiornare un prodotto, creare sconti e bundle, gestire preview e autori e raccogliere royalties.
Con questo finiamo la carrellata per Dungeons & Dragons 5E e i suoi siti ufficiali… ma che dire dei siti non ufficiali? Ce ne sono sicuramente tantissimi! Diteci i vostri nei commenti e cercheremo di fare una top 5 di nostri siti preferiti per D&D 5E!
Oggi GdRagioniamo su...
hobby, gdr e divertimento.
Bentornati nella prima di tre rubriche a sorpresa che sto preparando per Storie di Ruolo. Per vari motivi tecnici sono rimasto imprigionato per qualche giorno nel mondo reale, impossibilitato a commentare il post Il gdr è solo gioco e divertimento?.
Molti di voi hanno incentrato la propria reazione percependo un attacco alla visione del GDR come hobby. Non era mia intenzione.
Purtroppo, i commenti si sono accumulati senza che io potessi dire la mia. Ho deciso così di fare un secondo post di delucidazione, in cui rispondo a quei commenti ed elaboro anche un'importantissima Postilla.
Partiamo subito dal blog. Matteo Zambon scrive:
Ciao condivido la tua riflessione, ci sono persone come me e te che vivono la “sessione” come un hobby complesso. Devi però tenere conto che con la diffusione e lo sdoganamento della cultura “nerd” (mi vergogno per questa frase ma non sapevo come meglio esprimerla) ha portato il gdr a molte persone che lo vivono solo come un gioco dove basta tirare i dadi e fare più alto del master (E.U.M.A.T.E.). Prendo per esempio la notizia recente di una campagna a D&D durata 35 anni…TRENTACINQUE ANNI??? Dopo un lasso di tempo del genere ci sono due possibilità:
1) Il master è un genio della scrittura, riesce a creare trame e sottotrame sensate che neanche Tolkien, Martin e Jordan messi assieme.
2) Il gruppo si trova a tirare dadi senza se e senza ma fregandosene della coerenza, del ruolo (inteso come ruolare), riducendo questo passatempo a un simil boardgame.Il mio gruppo per esempio gioca a MERCS (Savage World), perchè ci dà la possibilità di cambiare ambientazione senza dover reimparare da capo un nuovo regolamento; l’altra settimana abbiamo passato la sessione a progettare l’attacco ad una base militare discutendo (e ruolando le ricognizioni sul campo) con disegni e finte foto da google maps.
Ciao Matteo e grazie del commento!
La mia risposta è questa: non prenderei mai un singolo esempio blasonato a causa di una copertura mediatica notevole come metro di paragone. Anche perché disinnesca il tuo stesso ragionamento. Se è vero che le persone che "tirano solo i dadi" si sono diffuse insieme alla cultura nerd... allora il master di quella campagna è un genio. Non c'è alcun tipo di ulteriore alternativa.
Non fraintendermi, a Lucca 2017 ho parlato con giocatori il cui Master descriveva loro tutto, comprese le azioni dei loro personaggi. Li faceva tirare solo i dadi. Ma sono comunque dadi poco scientifici su cui basarsi. Sono un singolo esempio all'interno dell'intero hobby dei gdr.
Il mio discorso però era un altro (ti rimando alla Postilla, ma anticipo qualcosa). Non mi importava fare un post che smuovesse chi è convinto fermamente che il GDR è un semplice hobby divertente.
Piuttosto volevo triggerare coloro che dicono "tanto è solo un gioco" benché le loro azioni dicono l'opposto!
Red Dragon scrive:
Ciao! Il tuo articolo mi è piaciuto. È vero il GdR è un gioco e come tale va considerato. Ma non è *solo* un gioco. Esattamente come qualsiasi hobby, ti lascia qualcosa che ti spinge ad andare avanti, ad approfondire delle tematiche ed a parlarne. È lo stesso parallelo che ho trovato col calcio: se dite che è solo un gioco ad un appassionato di calcio, quello vi lincia. Eppure è un gioco.
La prima immagine poi parla per tutto il resto 😛Ciao 🙂
PS: spunto per un prossimo GdRagionare: perché il Gioco di Ruolo è visto come quell’unico gioco che hai provato (che sia D&D, Vampiri od altro), specie se non ti è piaciuto, a differenza di qualsiasi altro gioco?
È sempre un piacere leggere i tuoi commenti carissimo!
Sono contento che ti sia piaciuto l'articolo e l'intento era proprio quello da te specificato. Volevo togliere all'accezione "gioco" l'idea che, se si chiama così, allora sia accettabile essere poco seri, irrispettosi o apertamente maleducati con i propri compagni. Magari giustificando un proprio ritardo (ennesimo) con la frase "tanto è solo un gioco".
L'esempio del calcio l'avrei voluto fare, ma non volevo inimicarmi troppe persone: grazie a te per averlo fatto.
PS: bello spunto!
Un altro spunto dall'amico Francesco Rugerfred Sedda, su un argomento simile, è stato il seguente:
In conclusione, mi è piaciuto l'articolo, ma imho manca una parte grossa del topic sul divertimento: il suo uso come descrittore qualitativo. L'utilizzo di "divertente" come descrittore positivo e qualitativo porta il dialogo verso un "questo gioco mi diverte = è un bel gioco / questo gioco non mi diverte = è un gioco di merda". E questa cosa imho è pericolosa, tronca il dialogo, e non permette di parlare del gioco.
Invito tutti voi a leggere la conversazione tenutasi proprio tra me, Sedda e Marco Valtriani sul gruppo Giocare Analogico di Facebook (iscrivetevi al gruppo per vederla) perché è ricca di spunti molto interessanti. Qui sotto in spoiler trovate, per chi non ha il Malefico Social, un paio di screen.
E ora i commenti da Facebook. Li citerò in ordine cronologico, mettendo solo il nome di battesimo del commentatore.
Alessandro dice:
[Domanda mia: A voi è mai capitato di sentirvi dire “tanto è solo un gioco” riguardo ai #gdr?] francamente assai di rado giusto a D&D o pathfinder sopraffatti dalla noia di rifare le stesse cose da decadi....ma in altri contesti e gdr mai siamo sempre stati molto seri e calati nella parte....magari ho solo avuto la fortuna di giocare con amici seri che come me amano i gdr invece di un branco di cazzari
Sono contento di sapere che tu abbia avuto esperienze positive, ti posso assicurare che i "cazzari" sono dietro l'angolo.
Gilbert dice:
[Domanda mia: A voi è mai capitato di sentirvi dire “tanto è solo un gioco” riguardo ai #gdr?] Io lo dico SEMPRE a tutti coloro che portano nella vita reale le liti cominciate in gioco. Il gioco non è la vita reale. I problemi nati in gioco non sono veri problemi e devono restare lì. Mai portare le liti dei prrsonaggi nel mondo reale ove rovinano le amicizie.
Sempre un piacere avere un tuo commento!
Devo ammettere, come già fatto nel precedente post, che uno dei pochi momenti in cui non sobbalzavo ad udire la fatidica frase era proprio durante la sedizione delle risse da gdr (poche me ne sono capitate, in realtà) e dei flame online.
Eppure è mio parere che sia comunque tremendamente sbagliato dire "tanto è solo un gioco" a prescindere. Sminuisce il GDR, che sia per noi hobby o meno. Scopri perché nella Postilla.
Emil dice:
È un gioco, per fortuna e deve essere solo quello.
Sarebbe stato bellissimo, Emil, poter argomentare insieme a te come mai secondo te il gdr debba essere solo un gioco. Ma la succinta risposta e l'assenza di una replica al mio commento su Facebook ce l'ha impedito.
Rimango aperto alla discussione, con una precisazione: io non ho mai detto che il gdr non debba essere un gioco, né che non debba essere solo quello. Ho detto, come dice il post, che è sbagliato affermare che "tanto è solo un gioco" - e sottolineo la parola "tanto" questa volta, usata in senso dispregiativo.
Disclaimer: mi sono accorto che in tantissimi avete risposto più al titolo del mio post che al post vero e proprio, specialmente da Facebook. Vi invito a leggere sempre fino in fondo quello che scrivo perché spesso la spiegazione del titolo è intrinseca alla lettura integrale del post.
Christian dice:
Guarda che spesso si dice "tanto è solo un gioco" soprattutto per non iniziare dei flame interminabili.
Come ho scritto sopra a Gilbert, ne sono consapevole. Leggi il post.
Marco dice:
Quando devo parlare di gdr a chi non li conosce, inizio con questa frase
"I giochi di ruolo sono un passatempo".
E non lo faccio per sminuirli, anzi. Uso questa formula per spiegare con quale stato mentale ci si dovrebbe approcciare, secondo me, specialmente in giovane età. Se l' esperienza sarà positiva, i significati più profondi emergeranno da soli.
Come già ti ho risposto su Facebook, le parole hobby e passatempo legate al GDR non si discutono in realtà. Né tanto meno la parola gioco, quanto l'espressione in sé.
Non che una sessione di gdr debba sempre essere profonda come una tragedia shakespeariana, ma è anche vero che se fatto con i dovuti crismi anche la partita più becera di D&D raramente risulta solo un gioco - salvo, beh, come detto sopra, usarlo come scusa solo per lanciare i dadi.
Cos'era il post che ho pubblicato qualche settimana fa? Me lo hanno chiesto in molti. Perché parlare di divertimento e di frasi come "tanto è solo un gioco"?
Beh, in parte perché mi ero stancato un poco di sentirla ripetere, come è successo a Lucca 2017, da veterani del gdr e addetti ai lavori che si fanno scudo di quella frase per evitare di intrattenere discussioni di game design.
Posso aspettermelo da giocatori che vogliono impedire un flame, ma usarlo come scusa per far finire nel dimenticatoio una interessante discussione di design... è come dire che siccome esiste D&D allora è inutile creare altri GDR. So che c'è gente che lo pensa, per me la varietà è invece un'ottima cosa.
In realtà, l'espressione "tanto è solo un gioco" non mi infastidisce di per sé.
Mi infastidisce molto quando è sulla bocca di qualcuno che gioca di ruolo da anni o che fa parte anche dell'industria. E non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ho partecipato recentemente ad un raduno di vecchie leve milanesi del gdr e non ho sentito la frase neanche una volta - anzi, ho visto persone vogliose di discutere di questo hobby.
Perché non ho detto nulla quando ho sentito la frase a Lucca? Beh, la frenesia della fiera impedisce di fare molte cose, una tra queste è cogliere la palla al balzo. A volte devi improvvisamente assentarti per fare questo o quello e il tempo passa, i dialoghi si affievoliscono. Ma la domanda rimane.
Perché una persona dovrebbe voler sminuire un hobby che pratica, che sia gdr o meno? Io non ne ho idea.
Ma a coloro che hanno commentato, o che mi hanno chiesto del post, voglio fornire una ulteriore e importante riflessione che mi ha spinto a scrivere sull'argomento: se la frase "tanto è solo un gioco" la diciamo noi che giochiamo e creiamo giochi, allora non possiamo lamentarci di quelle persone che obiettano ai nostri discorsi con argomentazioni simili.
Persone che con frasi come "tanto esiste solo D&D" o "tanto è solo lanciare i dadi" o ancora "tanto lo facciamo per farci due risate" sminuiscono il nostro gioco che magari potrebbe anche avere una chance di vincere i loro pregiudizi e affascinarli. La frase fa danni, sempre, anche quando usata con fini benevoli.
Ragionateci sopra un attimo, anche per assurdo. Ammettiamo che io riesca a sedare un flame o un litigio dicendo "tanto è solo un gioco", per sottolineare che quei problemi lì non appartengo alla vita "vera". Cosa sto facendo?
Sto implicitamente dicendo che non è flame ad essere sbagliato, ma è l'attaccarsi ai giochi così tanto da non capire che sono solo fughe dalla terribile Vita Reale1.
Ci troviamo così di fronte al paradosso di sminuire il prodotto per cessare il processo, di eliminare alla radice la necessità di affrontare le cose con maturità affondando quello che invece dovrebbe unirci, cioè la passione per i gdr.
Non è perché "tanto è solo un gioco" che dovremmo smettere di litigare, ma è "proprio perché è un gioco" che dovremmo usarlo. Usarlo anche per risolvere le liti, come riesce a fare a scuola una persona che conosco tramite Musha Shugyo.
Usarlo per esplorare una parte di sé che non conoscevamo oppure per socializzare senza la paura di sbagliare perché tanto è un personaggio, non sono io (e invece sì, sei tu, ma con una maschera che ti protegge).
Proprio perché è un gioco non dovremmo renderlo meno di quello che è: nessun gioco è solo un gioco. Chiedetelo agli antropologi, chiedetelo ai sociologi: gioco non significa (solo) intrattenimento, anche se per voi lo è. Possiamo andare avanti ancora molti secoli a ripeterci che "fortunatamente un, due, tre stella è solo un gioco", ma affermarlo non significa che non sia qualcosa di più per altri. Eppure nessuno si sogna di dire quella frase.
Perché allora la diciamo legata ai giochi di ruolo? Perché abbiamo paura che spaventino le persone. Abbiamo paura che definendoli propriamente dei giochi o trattandoli come qualcosa più del gioco ci si accorga che quello che abbiamo davanti non include solo del puro intrattenimento, ma anche socializzazione - e che quindi bisognerà essere seri, puntuali, ligi al dovere... abbiamo paura che diventi quasi un lavoro. Un impegno. Una responsabilità.
Ma sbagliamo. Non è mai il gioco di ruolo a diventare una responsabilità, un impegno, un'attività che richiede puntualità, una certa dose di serietà. È socializzare con altri che lo richiede, è questa la pratica che porta via più tempo nel campo dei giochi di ruolo.
Quando affermiamo che "tanto è solo un gioco" ciò che viene percepito è che, siccome il gioco di ruolo come argomento è anch'esso un gioco, allora non c'è bisogno di essere rispettosi. Anziché fermare quel flame lo stai implicitamente alimentando, magari non subito, ma a posteriori.
E attenzione, lo stai facendo anche male, perché non è il gioco di ruolo a richiedere rispetto, ma ancora una volta è l'atto di socializzare con altri, che è intrinseco al gdr - sfido a dire il contrario, provate a giocare di ruolo togliendo la componente di socializzazione.
Quando arrivate tardi ad una sessione e dite "tanto è solo un gioco" oppure discutete con altri giocatori, arrivate a un tema tosto (design? temi pesanti durante la sessione?) e per tirarvene fuori dite "tanto è solo un gioco".
Quello che voi state definendo "tanto è solo" sono le relazioni tra giocatori e non il gioco! È una mancanza di rispetto nei confronti di altre persone e il gioco, lì, non c'entra proprio niente.
1 - E non parlo qui di escapismo, perché esiste anche un escapismo propositivo; ringrazio Roberto Grassi per avermi aiutato a specificarlo.
A fine settembre io e Edoardo siamo andati a Trieste, coinvolti assieme ad alcune associazioni locali per una iniziativa di gioco di ruolo multitavolo per Mouseguard. Lì abbiamo incontrato dal vivo Giovanni Bacaro, presidente dell'associazione "La Costola Dei Barbari" (che trovate su FB come Dungeons & Dragons Trieste) con cui abbiamo co-organizzato l'evento, con cui ci eravamo già sentiti sempre telematicamente. Credo sia possibile affermare che è nata subito una complicità d'intenti tra Storie di Ruolo e la Costola, specialmente con Giovanni, che ci ha raccontato che avrebbe organizzato un Epic di Dungeons & Dragons 5a Edizione di lì a breve. L'Epic si è tenuto sabato 22 ottobre, così il martedì successivo ho chiamato Giovanni per fargli qualche domanda, sia sull'Epic e sul gioco organizzato multitavolo, sia sul gioco di ruolo a Trieste in generale. Per chi non lo sapesse, con gioco organizzato multitavolo s'intende la creazione di una sessione giocata su più tavoli che interagiscono tra loro giocando parti della stessa avventura. Gli eventi di ogni tavolo, quindi, si riflettono sull'andamento e sull'esito finale della storia.
Prima dell'Epic!
Giovanni: «Alla grande! È stata la prima esperienza del gioco di ruolo organizzato ad altissimo livello a Trieste, intendo dire rispetto all'Adventures League e ad altre iniziative. L'abbiamo organizzato insieme alle associazioni ludiche locali e ai giocatori di ruolo di Trieste; ma è stato anche il primo evento di respiro internazionale, perché abbiamo avuto anche dei tavoli in lingua inglese con giocatori provenienti dalla vicina Slovenia, Croazia e Austria! È andata molto bene, più di 120 giocatori per 35 master. L'Epic è durato quattro ore e ha coinvolto i giocatori in maniera perfetta, con una organizzazione molto puntuale dei ragazzi che hanno gestito l'avventura - ottimi risultati dal punto di vista organizzativo, meno dal punto di vista dell'avventura. Purtroppo infatti le battaglie non sono andate nel verso giusto... non dico altro perché la stessa avventura sarà sviluppata anche a Lucca Comics & Games 2017, quindi niente spoiler!»
Giovanni: «La Costola dei Barbari sarà al Padiglione Carducci a supporto dello stand 446 della Wyrd Edizioni. Organizzeremo una serie di tavoli dedicati a Mouseguard, venerdì 3 dalle 14.00 alle 16.00 - prenotatevi a questo Evento Facebook! Saremo presente anche domenica 5 nella mattina, per la multitavolo... del Cypher System! Una esclusiva di Wyrd Edizioni di quest'anno. Ovviamente saremo presenti fin dal giovedì 2 fino alla domenica, con le nostre belle maglie con il barbaro disegnato - così siamo riconoscibili»
Giovanni con un gruppo di giovanissimi ruolatori!
Giovanni: «Ci siamo posti un obiettivo fin da subito, cioè provare a proporre a Trieste (e dintorni) degli eventi di gioco di ruolo organizzato per capire com'era il feedback dei giocatori. Ovviamente l'elemento che ha confermato le nostre ipotesi è stato vedere, durante i nostri eventi, che effettivamente avere una connessione tra i tavoli aumenta non solo il coinvolgimento dei singoli giocatori, ma anche favorisce un'estrema socializzazione. Questo per un'associazione come La Costola dei Barbari, che aveva l'idea di aumentare l'interazione tra le persone che giocano di ruolo, è il massimo. Intendo dire che, visto che il giocatore di ruolo tipico si organizza le campagne in privato e quando viene alle classiche multitavolo tende ad essere chiuso in sé stesso: porta di solito il suo gruppo di gioco, difficilmente cerca l'interazione, è cioè portato a limitare la conoscenza di nuovi giocatori. Quando è spinto, però, a cercare interazione con persone che non conosce, una volta capito come funziona l'evento, entra nel ruolo (per rimanere in tema) e si creano delle bellissime interazioni che rimangono al di fuori della sessione di gioco. Per quanto riguarda Trieste, con la partenza dell'Adventures League e delle campagne multitavolo si è creato una enorme community che prima non esisteva. Questo ha una conseguenza interessante sia per noi come associazione ludica, sia per i giocatori - e certamente permette ai giocatori di ruolo di Trieste di allinearsi con quella che è la tendenza a livello nazionale. Diciamo che con la proposta della Need Games del multitavolo organizzato per 7th Sea, con la nostra proposta per Mouseguard e con l'evento di Lucca dedicato al Cypher System, vedo il gioco organizzato sempre più proposto in futuro. Noi per dicembre stiamo provando a creare una iniziativa multitavolo interattiva per il quarantennale di Star Wars».
Giovanni: «A livello di fatica, dipende da quante persone ci sono nello staff dell'evento. La parte di avventura e di struttura del gioco deve essere trattata e gestita da chi si occupa solo del gioco, mentre servono almeno due referenti che conducano parallelamente il lato burocratico e logistico. I referenti logistici sono così a disposizione sia di master che di giocatori e ovviamente non masterano, rimangono solo a disposizione per ridurre i tempi morti, la noia e le problematiche soprattutto che saltano fuori all'ultimo minuto - per esempio, un fattore che per l'Epic abbiamo capito influenza molto è l'acustica di un luogo. Tutta la parte logistica prende almeno un mese di tempo, dalla ricerca del luogo dall'organizzazione dei tavoli. Quanto al lato gioco, a volte non esistono avventure predisposte per un multitavolo oganizzato: ad esempio per Mouseguard il buon Edoardo Cremaschi ha dovuto impiegare diverso tempo per sviluppare al meglio (e ha fatto un ottimo lavoro) una storia che potesse essere giocata su più tavoli. Quindi, anche su questo livello bisogna prepararsi per tempo, almeno un mese. Non che le avventure già scritte siano più semplici da gestire: penso all'Epic, dove l'avventura scelta è stata adattata giustamente al numero di persone, al tipo di evento, alla location, agli imprevisti dell'ultimo minuto... ci ha preso almeno due mesi! Certo, impieghi così tanto tempo se vuoi una alta qualità: noi abbiamo avuto molti apprezzamenti, quindi siamo consapevoli di aver fatto bene. Insomma, non si mette su un multitavolo organizzato da un giorno all'altro!»
Uno stand della Costola con due giovani associate (e Mouseguard in background!).
Giovanni: «Guarda, è in tema con l'intervista tra l'altro! La Costola dei Barbari nasce da una serie di giocatori di ruolo (otto), di cui alcuni frequentanti le fiere nazionali di fumetti e giochi da tavola. Un giorno, di ritorno da un Epic di Modena Play, si dicono: "perché non ci mettiamo a giocare l'Adventures League di Dungeons & Dragons?". Da quel momento, 5 aprile 2017, si decide di costituire una associazione chiamata La Costola dei Barbari per un gioco di parole, noi vicino a Trieste abbiamo infatti la Costa dei Barbari, e da lì... diciamo che in modo molto naturale e veloce si è andati alla costituzione di un gruppo che consta adesso diverse persone nello staff e più di centoventi persone iscritte. Un gruppo che ha già diverse iniziative all'attivo e tante, tante idee in mente - forse anche troppe, per essere un'associazione così giovane! Ci definirei un esperimento sociale, perché il nostro obiettivo è promuovere la socializzazione nel gioco di ruolo. Questo si vede nella possibilità di associarsi gratuitamente e nel non avere una vera e propria sede, giriamo da locale a locale per portare il gioco verso nuovi pubblici, come i più giovani. Un esempio? Ci siamo agganciati alle ACLI e stiamo tentando di fare lo stesso con l'ASL locale: questi enti gestiscono gruppi di ragazzi più giovani, che magari al pomeriggio non hanno attività da fare, e noi li coinvolgiamo in un progetto di socializzazione attraverso il gioco di ruolo - e siamo fieri di farne parte! Siamo una associazione molto giovane, quindi non abbiamo bene ancora idea di dove vogliamo andare e cosa vogliamo fare, ma ci fa piacere essere fin da adesso coinvolti in così tante belle iniziative che... ci compaiono tra le mani! Anzi, colgo l'occasione per ringraziare tutti i collaboratori della Costola che con i loro sforzi, a titolo gratuito, ci permettono di realizzare tutti i nostri progetti».
Ringrazio Giovanni per la gentilezza e l'ospitalità! Ci si vede tutti quanti a Lucca Comics & Games!