Bentornati sulle pagine digitali di Storie di Ruolo! Oggi intervistiamo Matteo Sanfilippo, forse più rinomato online con l’alias Arco Deleggen, la mente dietro al progetto Primi Re assieme ad Andrea Macchi e Max Castellani.
Ho conosciuto Arco l’anno scorso, a Modena Play, e da allora ci siamo aggiornati a vicenda sui nostri progetti, quel poco che potevamo dirci tramite chat. Ogni tanto ci incrociamo a qualche fiera, sicuramente troppo poche, ma così è la vita! L’ho quindi raggiunto tramite i potenti mezzi tecnologici odierni (grazie Messenger) e abbiamo fatto una chiacchierata di un’oretta, iniziando dal…
Storie di Ruolo: «…tuo background ludico! Come nasci giocatore di ruolo?»
Arco: «Ho iniziato a giocare a 12 anni e ne ho 39, quindi sono in giro da tempo. Ho iniziato con mio cugino, ho visto che stava giocando con amici e mi ha tirato in mezzo; si giocava Dungeons & Dragons Scatola Rossa. Già giocavo ad Heroquest, anche se… sai, hai regole fisse, il tabellone… insomma, l’impatto con D&D per me è stato assurdo! Risultava così libero rispetto ad Heroquest che è stato meraviglioso. Di fronte a me si parlava di mondi e di personaggi, di personaggi così liberi e con così tante azioni da poter compiere… mi ricordo ancora la pelle d’oca quando mio cugino mi disse che col Coboldo potevo anche parlarci, anziché ucciderlo. Questo è stato il mio incontro col gioco — e ho continuato con i giochi classici (Werewolf, D&D Advanced e 3.5, Cyberpunk, Warhammer) finché non ho purtroppo dovuto smettere per un periodo perché sai, la vita ti mette gli ostacoli in mezzo alle ruote».
Storie di Ruolo: «Si, capisco bene. Dev’essere stato un periodo difficile…»
Arco: «Sai, all’epoca ero talmente invaghito dai GDR che giocavo anche da solo. Mi mettevo lì, col manuale e le regole e raccontavo le mie storie. Perciò, sì, è stato difficile e quando sono tornato indietro dieci anni dopo, mi hanno raccontato tutto quello che mi ero perso, benché questo “buco” sia stato poi colmato dagli aggiornamenti di altri giocatori, che mi fecero i riassuntoni delle varie diatribe online… [ride, ndr] Tra l’altro ho ricominciato per colpa di Heroquest! Ho cercato un gruppo per giocarci, perché me l’avevano regalato, e poi ci siamo allargati ai GDR tout-court — abbiamo esplorato Sine Requie e Ultima Forsan… da qui arrivano tutte le influenze tipiche di Primi Re».
Storie di Ruolo: «Che come i primi due è una ucronia, giusto?»
Arco: «Esatto! È questa bellissima idea che tu possa giocare con la storia dell’uomo che credo sia la chiave di successo di molti GDR. Secondo me noi amanti di questo hobby dovremmo portarlo verso i giovani, nelle scuole, anche tramite ucronie — tra l’altro quando ero giovane insieme ad una professoressa del liceo sono riuscito a far provare un GDR ad alcuni compagni di scuola che non lo conoscevano, e so che esistono già iniziative per portare il gioco di ruolo alle superiori. Se questo intreccio tra storia e GDR ha affascinato me, sicuramente affascinerà molti altri. Poi devo dire che è davvero il punto di partenza di Primi Re».
Storie di Ruolo: «Cos’altro l’ha inspirato?»
Arco: «È stato quando ho visto 300, di Snyder. Credo sia stato uno di quei momenti che definiscono il futuro. Ho pensato: “caspita, ma ci sono tantissime leggende e storie da raccontare in quest’epoca!”. Tra l’altro, un’epoca che io non amavo e che pensavo fosse un po’ morta. Ho iniziato a rivalutare i film storici, specie quelli di ambientazione romana come Il Gladiatore o Centurion (che è stato d’aiuto per Primi Re con cui condivide una certa atmosfera dark); mi sono ripromesso di studiare da capo la storia romana ed è stato lì, studiando i primi Re e la leggenda di Romolo e Remo (e lo ripeto sempre al tavolo), che mi son detto: sono figli del Dio della Guerra e sono stati allevati da un Dio Lupo del Cermalo che ha dato loro nutrimento. Cioè, devono essere i primi Lupi Mannari!».
Storie di Ruolo: «Come si intrecciano leggende e storia nel tuo gioco?»
Arco: «Studiando la storia e la cultura romana mi sono imbattuto in tantissime leggende riguardo alla licantropia ed è come se si incastrassero perfettamente tra di loro, un esempio su tutti anche la storia dei versis pellis. Tutto ciò è stato inserito nel gioco di ruolo sottoforma di diverse tipologie del Lupo Mannaro è frutto di scoperte e incroci tra leggende e storia. Ciò che poi ho capito nello sviluppo, però, è che dovevo rimanere nella ucronia: insomma, non c’è bisogno di sapere tutta la storia romana perché molte cose del mondo di Primi Re sono completamente diverso! Insomma, hai il pregio di sapere e riferirti ai macro-eventi storici (come l’ascesa di un nuovo Re), benché in realtà non sia necessario sapere esattamente tutti i dettagli dell’epoca. Tutti pro senza contro!».
Storie di Ruolo: «Esattamente, come definiresti Primi Re?»
Arco: «Allora. Diciamo così: Primi Re ti porta a giocare i Romuli, cioè la Stirpe di Romolo che forma l’insieme dei personaggi giocanti. I Romuli si oppongono ai Remos, che hanno giurato vendetta a Roma. Puoi giocare in qualsiasi epoca dei primi Sette Re, tranne in quella di Romolo».
Storie di Ruolo: «Quindi, lupi mannari buoni contro cattivi?»
Arco: «No, non proprio! Di solito i personaggi giocanti non li chiamo Lupi Mannari, ma Romuli proprio perché Romolo ha scelto di essere uomo prima di mannaro, mentre Remo ha scelto la parte ferale anziché quella umana. Così è tutto il gioco, anche le leggende sui mutaforma sono lievemente alterate per adeguarle alla storia. C’è tutto il connubio con la Luna, ma differente dalla tradizione classica. Anche la storia del morso, che trasmette la trasformazione: avviene solo con i Remos, perché sono il lato ferino e rabbioso dei mannari. Però, anche qui, se vieni morso diventi un Ibelvico… insomma: ci sono tantissimi dettagli che hanno richiesto un lavoro di ricerca, ma anche di fantasia, quel tanto che basta per incastrarli adeguatamente alla storia».
Storie di Ruolo: «Parlando di storia, il biennio 2018-2019 sembra avere grande fame di GDR sulla storia romana! Cosa ne pensi?»
Arco: «Personalmente mi fa tantissimo piacere vedere questo incremento di interesse. Tempo fa avevo avuto l’idea di riunire gli autori di diversi giochi di ruolo romani (Primi Re, Eagle Eyes, Ab Urbe Condita, Lex Arcana, Augusta Universalis) per poter parlare di questa convergenza astrale. Mi piacerebbe in futuro fare quel raduno di cui parlavo e dialogare su di questa rinascita d’interesse verso Roma, che spero che riesca a portare questo periodo storico alla ribalta ancora di più. Considera che io sono arrivato a Modena 2017 per cercare editore… e il giorno prima avevano presentato Lex… e il giorno stesso ho visto che era stato presentato il gioco di Marzio Morganti, AugUni… Perciò credo sia un segno, spero che l’interesse per la Roma antica permanga e anzi aumenti nel futuro dei GDR».
Storie di Ruolo: «Poi, ovviamente, giocare con Roma significa giocare in Italia…»
Arco: «…che è tutta un’altra cosa! Riconoscere i posti e le storie del tuo paese mentre fai sessione ti fa venire i brividi. Pensa che al Firenze Fantasy ho giocato una partita con Laura Cardinale del Salotto di Giano e spiegando l’avventura… lei si è accorta che stavamo giocando a casa sua, cioè lei vive attualmente nei luoghi esplorati in quella sessione. Questo crea una risonanza con l’avventura e le sue storie che altri giochi non creano».
Storie di Ruolo: «E questi elementi storici si riflettono anche sul sistema di gioco?»
Arco: «In breve, sì. Il sistema dei Primi Re è proprietario, nasce osservando la storia romana, i riti, i simboli. Mi sono soffermato molto su cosa ci fosse rimasto di quei riti, quell’elemento di contatto tra oggi e ieri. Uno di questi elementi è l’oroscopo e i suoi simboli zodiacali, che a mio parere erano l’unico elemento contemporaneo simile alla simbologia che avevano i romani — e che porta nel gioco tutta una riflessione su come lo zodiaco influenzi il nostro carattere e le nostre azioni. L’altro elemento sono le date, specialmente quella di nascita legata, che si collegano alla numerologia — come ben sai, i romani erano interessatissimi ai numeri e ai giorni fortunati o sfortunati, da cui il dies fas e nefas. Qui nasce il legame del gioco tra simbolo zodiacale e attitudine: ogni simbolo dello zodiaco è una serie di competenze e ti permette di compiere più tipi di azioni. Quindi, sei libero di creare qualsiasi archetipo e nelle varie situazioni narrative utilizzi i simboli zodiacali per tratteggiare il come agisci. Questo sistema non toglie l’aleatorietà del dado, che non ha caso è il d12, ma è l’ultima spiaggia perché prima hai tutta una serie di possibilità legate ai tuoi punteggi — con un elemento gestionale all’interno della scheda che ti permette di ragionare su come ti comporti. Infine, ogni cosa che fai o dici deve avere un peso, così da evitare che un’azione ben narrata sia trattata meccanicamente come un’azione non descritta. Devi essere creativo, devi immaginarti la scena, devi immedesimarti».
Storie di Ruolo: «Attualmente come siete messi fronte produzione?»
Arco: «Prossimamente inizierà il Kickstarter del gioco. Dietro al progetto ci sono Andrea Macchi e Max Castellani che hanno recentemente fondato Epic Party, una casa editrice che ha avuto il coraggio di portare il progetto avanti laddove tutti dicevano di no. Lo scorso anno, a Modena Play, io non avevo conoscenze di settore o competenze editoriali di alcun tipo; avevo il gioco e volevo pubblicarlo. Loro sono stati super-disponibili: volevano progetti interessanti per partire, insieme al loro gioco Shattered Tower, e hanno deciso di aiutarmi dopo aver testato Primi Re — considero Andrea e Max autori alla mia stregua perché davvero senza di loro il gioco non avrebbe mai raggiunto il Kickstarter, che partirà prossimamente, appena dopo Modena Play 2019!».
Storie di Ruolo: «A cui immagino ti troveremo, per porti ulteriori domande e provare il gioco!»
Arco: «Sicuramente! Modena Play 2019 sempre: mattina, pomeriggio, notte, after… insomma, ci vedremo lì!».
Ringrazio Arco per la chiacchierata e per le immagini che corredano questo articolo e do appuntamento a tutti voi a Modena Play 2019!
Daniele Fusetto