Buon giorno cari lettori!
Ben tornati alla rubrica “L’Artista dietro al GDR”! Oggi (potete recuperare altre interviste cliccando qui) parleremo di un’illustratrice che ha collaborato, e sta collaborando tutt’ora, a titoli come: KataKumbas e Swords of Kos della Skirmisher Publishing. Non serve che vi dica che esiste un motore di ricerca che si chiama Google… per ricercare questi titoli… VERO?! 🙂 Il nome dell’illustratrice è Francesca Baerald, con la quale ho appreso di aver in comune la passione per mappe e che, molto gentilmente, si è resa disponibile all’intervista.
Come al solito prima di lasciarvi all’intervista, vi ricordo che le immagini sono state gentilmente concesse dall’intervistata e che di seguito troverete alcuni contatti di Francesca Baerald:
Buona intervista!
Storie di Ruolo (Sdr): «Ciao Francesca! Benvenuta su Storie di Ruolo!»
Francesca: «Grazie! Seguo questa rubrica e apprezzo molto il supporto che date agli artisti. Parlando di me, sono un’artista freelance a tempo pieno. Realizzo illustrazioni per manuali di giochi di ruolo e libri, dipingo mappe e copertine per romanzi o cd musicali e tanto altro. Ho un profondo interesse per il dettaglio, come si può notare dalle mie illustrazioni a china e mappe, ma amo anche ricercare per quanto mi è possibile uno stile grezzo nella pittura, guidato soprattutto dalla gestualità istintiva. Nel tempo libero mi dedico alla mia altra passione, la musica. Suono diversi strumenti,tra i quali pianoforte, chitarra elettrica e violino e compongo musica. Ultimamente mi sto interessando al didgeridoo. Oltre a questo appena posso cerco di andare in montagna e fare trekking».
Sdr: «Sul tuo Deviantart ho trovato numerose illustrazioni per diverse collaborazioni, come ti trovi a destreggiarti tra così tanti progetti?»
Francesca: «Sono davvero felice di aver potuto partecipare a così tanti progetti e sono già elettrizzata al pensiero di quelli che capiteranno in futuro! Sarebbe davvero lungo raccontare un aneddoto per ogni mia esperienza. In generale posso dire che proprio il fatto di poter impegnarmi su una varietà incredibile di progetti è uno dei lati che di più amo dell’essere un’artista freelance. Un giorno ho l’opportunità di disegnare un’etichetta per un liquore, un altro giorno, chissà, magari un personaggio improbabile per un libro pazzoide e un altro ancora posso disegnare una mappa racchiudendo un intero mondo in un foglio A3. Adoro le sfaccettature di questo mestiere e i fantastici viaggi che ti porta e intraprendere. E’ come se durante ogni collaborazione diventassi una persona diversa e portassi il ricordo di quest’ultima dentro di me fino al progetto successivo, arricchendomi di volta in volta».
Sdr: «C’è una collaborazione ti ha entusiasmato o di cui vuoi parlarci?»
Francesca: «A suo modo ogni collaborazione è stata unica e irripetibile e mi ha lasciato un bagaglio di esperienza davvero importante. Di certo il ricordo migliore è per quelle collaborazioni dove ho instaurato un bellissimo rapporto di scambio reciproco col committente. Comunque devo ammettere che i progetti sui quali ho lavorato per più tempo hanno avuto un forte impatto su di me a livello emozionale e di crescita artistica. Parlo ad esempio del GDR KataKumbas, dove ho avuto l’onore e il grande piacere di illustrare l’intero manuale. Oppure Zartana per l’incredibile Tara Platt, per la quale ho potuto anche illustrare un intero libro per l’infanzia. E non posso certo dimenticare la fantastica collaborazione con Skirmisher per Swords of Kos, o con il talentuoso David Khalaf per la sua serie di romanzi…poi mi fermo qui, perchè l’elenco diventa lungo! Ho appena finito anche di illustrare una raccolta di avventure per KataKumbas che uscirà a Modena Play. Inoltre sto lavorando su delle interessanti illustrazioni per un videogame britannico ma non posso dire di più!».
Sdr: «I tuoi Artwork spaziano tra il futuristico al fantasy passando per l’apocalittico, il dark… e le mappe! Versatile, eh?».
Francesca: «Sì! Non mi piace incasellarmi in un genere. Mi attira tutto ciò che è fortemente emozionale. Sia in senso positivo che negativo, al di là del genere. Mi attira la sfida, l’esplorazione dell’ignoto, l’avventura..sia nel microscopico che nell’infinito. Quando si tratta di lavori su commissione mi coinvolge sentire nel committente la passione e l’amore per il suo progetto e in genere voglio informarmi il più possibile per cercare di immedesimarmi al meglio nell’atmosfera del progetto. Se si tratta invece di lavori personali prediligo la pittura a olio su tutto. Il soggetto? Dipende dall’emozione che ho la necessità di comunicare in quel momento. Potrebbe essere un pacifico e romantico paesaggio fantasy o uno scenario macabro e violento uscito da un incubo di Beksinski. In generale mi diverto a nascondere dettagli e messaggi nei miei quadri».
Sdr: «Su Deviantart sei aperta anche a commissioni: qualcuna interessante o insolita?»
Francesca: «Intendi a parte le solite richieste di commissioni gratis o pornografiche? Che, a dir la verità, non ci sarebbe nulla di male a farle se fossero anche di buon gusto. In questo mestiere ti viene chiesto di tutto e se questo è genialmente pazzo perché non farlo? Purtroppo le richieste più strane che mi sono state fatte finora sono anche state di pessimo gusto e neanche troppo interessanti quindi non le ho realizzate».
Sdr: «Modena Play è ormai alle porte. Sarai presente alla fiera, magari anche per qualche disegno e autografo?».
Francesca: «Sì, sarò allo stand Jolly Troll come illustratrice del GDR KataKumbas sabato mattina per fare qualche firma e scambiare due parole con chiunque voglia farlo».
Sdr: «Prima di salutarci, qualche consiglio a chi vorrebbe avvicinarsi all’illustrazione per GDR?».
Francesca: «Lo avranno detto fino alla nausea, ma mi tocca ripeterlo: c’è da lavorare. In fin dei conti non mi piace chiamarlo lavoro perché suona un tantino ipocrita. Sì, insomma, se ti diverti che lavoro è? Comunque consiglierei, oltre che banalmente a studiare e impegnarsi quotidianamente, di rilassarsi. E’ una carriera che richiede tempo e tantissima costanza. Potete mettervi il cuore in pace che prima di iniziare ad avere ogni settimana delle richieste di collaborazioni ci vogliono anni di tanta pazienza e dedizione. Chi effettivamente può dire di lavorare a tempo pieno come artista freelance non sono quei pochi che hanno il cosiddetto ‘Dono Innato‘, ma è soprattutto chi non si è scoraggiato dopo serate di disperazione da inadeguatezza, dopo lunghe e interminabili attese di risposte dagli art director, dopo aver imparato ad avere a che fare con addetti ai lavori arroganti e dopo struggenti pianti davanti a opere d’arte inarrivabili. Inoltre vorrei consigliare e ricordare a tutti di non perdere nel tempo la passione: ogni tanto si vedono illustrazioni di personaggi che sicuramente sono tecnicamente ineccepibili, ma hanno l’espressività di un salame appeso a stagionare. In conclusione il bello è che se veramente è ciò che ami, ti viene naturale andare avanti e farlo anche se ti sanguinano il cuore, le mani e gli occhi».