City of Mist, di Amìt Moshe, è un gioco di ruolo del 2017 edito dalla Son of Oak Game Studio su Kickstarter. Si tratta di un Powered by the Apocalypse, uno dei tanti derivati dall’originale motore di Mondo dell’Apocalisse. Ci ha interessato principalmente per le sue tematiche, molto vicine a fumetti come Fables (la serie da cui è tratto il videogioco The Wolf Among Us della Telltale) o a videogiochi come Shin Megami Tensei: Persona.
La presentazione
Il manuale è completamente a colori e si presenta nella sua imponente mole composta da oltre cinquecento pagine. La lettura è relativamente scorrevole e piena di esempi in grado di spiegare come si costruiscono un personaggio, un gruppo di detective e un’investigazione. Non c’è una sola mossa che non venga spiegata in maniera dettagliata, a volte fin troppo, in questo tentativo di non lasciare nulla al caso. Alla fine della lettura, l’impressione che resta, è quella di un PbtA molto elaborato e pesantemente influenzato dalla struttura di altri sistemi, come Fate. Questo lo rende degno di attenzione, ma anche di non facile digeribilità per tutti i palati.
Ambientazione e tono
Cosa si va a giocare in City of Mist? Chiaramente, con una Città così pulp e una nebbia che sembra indissolubile, il gioco è pensato per girare intorno alla risoluzione di misteri di tutti i tipi, dalla scomparsa di Biancaneve fino al vero passato dei protagonisti, passando per i malefici piani di un Avatar del dio Quetzalcoalt!
La città si tinge di nero: il Noir
City of Mist è ambientato in una città misteriosa e pulp, chiamata semplicemente “The City”. Saranno i giocatori a delineare parti della città stessa, a seconda di ciò che interessa ai personaggi che muovono.
La City è circondata dalla “nebbia” (The Mist) entro la quale solo alcune persone riescono a vedere gli orrori celati. Ombre che si muovono, forme distorte, creature che provengono da altre realtà. Tutte vogliono qualcosa: ma cosa?
La maschera e il protagonista: doppia identità
Tutti i personaggi convivono con una doppia identità: quella mondana (Logos) e quella “magica”, “sovrannaturale” di un’altra esistenza che si portano dentro (Mythos). Il giocatore impersonerà entrambe le “parti” del personaggio. È possibile creare tipi diversi di personaggio: chi preferisce dare più importanza alla parte mondana, chi invece è un “Leggendario“, che ormai ha fatto della missione del proprio Mythos la sua ragione stessa di vita, e ancora chi è indeciso e in bilico tra le due parti. A seconda di cosa si scelga, cambierà l’equilibrio tra il nostro libretto “mondano” e quello “sovrannaturale”.
L’importanza del gioco di squadra
A monte di tutto, sta la creazione del gruppo di investigatori, che presenta una scheda a parte. I personaggi ne fanno parte ed è molto importante decidere il motivo ben preciso che li porta a stare uniti: dallo scoprire il motivo del “massacro al lago” al capire cosa sta cercando di fare il misterioso “Ordine”: quel che conta è che i personaggi non sono MAI insieme per un motivo casuale o indipendente dalla loro volontà.
Ciò che sei e ciò che vuoi scoprire: mistero e identità
Ciascun personaggio ha un Mistero e una Identità. L’Identità è qualcosa di “reale” a cui aggrapparsi: una morale, un giuramento, una sicurezza di qualsiasi tipo. Un Mistero è qualcosa su cui il personaggio dovrà lavorare nel corso delle sessioni per cercare di venirne a capo.
Ancora una volta: sarà disposto a rinunciare a qualcosa – anche a se stesso – pur di scoprire la verità?
Le Meccaniche e la Struttura
Gli ingranaggi del sistema: le abilità
In City of Mist non ci si devono aspettare le 5 statistiche “tipiche” dei PbtA. Ciò che il personaggio sa fare dipende dalle tag che lui stesso sceglierà. Questo retaggio tipico di Fate, come dicevamo, porta a scegliere tra varie tag (Power o Weakness tags), che sono i poteri sovrumani e anche le abilità “mondane” del personaggio. Scegliere una tag rispetto a un’altra condizionerà ovviamente il modo in cui il personaggio verrà giocato e, ancora di più, cosa il giocatore vorrà mostrare del proprio personaggio.
Creare un mistero: la parte del narratore
In City of Mist si comincia con una classica sessione zero, tipica di questi giochi, nella quale il narratore accompagna i personaggi in una loro normale giornata, qui denominata a day in the life. Da lì poi cominceranno le vere e proprie avventure del gruppo, che necessitano una preparazione un po’ più capillare di quella della media degli altri pbta: il narratore dovrà infatti guidare i protagonisti all’interno di una serie di investigazioni costruite a piramide fino a giungere alla fine alla verità e alla chiusura dell’arco narrativo. La costruzione dell’avventura è spiegata minuziosamente nel dettaglio, con molti esempi preziosi che rendono molto valida la lettura del manuale anche per propria conoscenza personale. Dall’altra parte questo aspetto appesantisce il gioco e lo rende molto meno immediato di altri suoi rivali con cui condivide le basi del sistema.
In conclusione
Questo PbtA è un lavoro mastodontico e a tratti molto interessante, che però si perde all’interno dei suoi numerosissimi esempi quando diventano degli spiegoni non sempre necessari al fine della comprensione del manuale. Si tratta di una tendenza comune a molti pbta di nuova generazione, che tendono ad allargare sempre di più i loro regolamenti comprendendo quante più eccezioni possibile. Questa è una lama a doppio taglio, in quanto da una parte rischia di far storcere il naso a chi desidera un manuale snello e di veloce lettura, dall’altra parte questa cura nei dettagli e negli esempi permette però anche a chi si approccia per la prima volta a questo genere di comprendere al meglio i delicati meccanismi di questo tipo di sistema potendoli padroneggiare.
Lo consigliamo? Sì, soprattutto per l’interessantissima parte su come condurre un’investigazione e per la creazione del personaggio davvero interessante e diversa rispetto alle altre di questo tipo.
Chiara “Morgen” Listo e Giuseppe “Gabe” Vitale,
Morgengabe