Il Lockdown ha spinto tutti quanti al cambiamento, pensare e fare cose nuove o cambiare le modalità per poter continuare a fare quelle che ci piacevano. Per esempio, io mi sono trovata a sperimentare il LARP e la Chaos League si è inventata un modo di farci larpare pur restando al sicuro nelle nostre case.
Oggi vi parlo proprio del momento in cui i nostri tentativi si sono incrociati.
Animus: di cosa parla.
Per ovvie ragioni, non mi spenderò nel dettaglio della storia, così da evitare qualsiasi tipo di spoiler che potrebbe rovinarvi il piacere di giocarlo, qualora dovesse capitarvi. Facciamo però una piccola introduzione: Animus – The Eternal Circle è un gioco di ruolo dal vivo ambientato ai giorni nostri in un mondo con il quale ci relazioniamo con assoluta immediatezza, essendo quello che tutti conosciamo, con tutte le sue meraviglie e le sue schifezze. I personaggi della storia sono quindi persone con una vita normale, un lavoro normale, famiglia ecc, sono inoltre tutti accomunati da una specificità: soffrono di quello che si definisce disturbo da fantasia compulsiva, che comporta di incorrere in sogni ad occhi aperti da svegli, in maniera incontrollata e che finiscono per impattare anche abbastanza pesantemente sulla quotidianità di chi ne soffre. Nel corso della storia, quindi, tutti i personaggi entreranno in contatto l’uno con l’altro, poiché hanno deciso di affidarsi ad un percorso di psicoterapia di gruppo per provare ad uscirne.
Nel corso della terapia si sveleranno a poco a poco a se stessi e agli altri e scopriranno di essere legati da qualcosa di molto più profondo e intimo che non una condizione patologica.
Ispirazioni dichiarate del gioco sono le atmosfere di serie TV note come Sense8 e The OA, che ho molto amato e hanno da subito attirato la mia attenzione su questa proposta del mondo ludico
Animus: l’esperienza del remote transmedial LARP
Giocare di ruolo dal vivo porta ad un livello tale di coinvolgimento nell’avventura che stiamo vivendo, da avermi sempre messa un po’ in difficoltà. Ho sempre pensato che richiedesse molto coraggio e capacità di mettersi in gioco; io per natura sono una persona timida, che tende a stare sulle sue e non avevo mai avuto il coraggio di lanciarmi a capofitto in un’esperienza così totalizzante (in realtà non ce l’ho avuto neanche stavolta, perché ad iscrivermi a tradimento è stato Edoardo, ma sorvoliamo su questo!). Questo gioco però mi aveva incuriosita sia per le tematiche, sia perché le modalità con cui veniva proposto erano nuove, diverse, nate dalla necessità di non poterci trovare in un luogo fisico tutti insieme.
Il remote transmedia LARP è un modo di giocare di ruolo dal vivo attraverso un collegamento telematico, richiede della strumentazione che esula dai costumi di scena, nella fattispecie avevamo necessità di un PC, una connessione ad internet, cuffie, microfono e una webcam. Per giocare ci siamo serviti di Discord, riadattata a piattaforma “The Beacon”, per la psicoterapia di gruppo. Questa strumentazione era funzionale a permetterci di giocare, ma anche parte del gioco stesso, poiché esattamente come me, Vanessa, anche Camille, il mio PG era collegato online ad una seduta di Psicoterapia, rendendo tutto -persino il cadere della connessione mio o delle mie compagne di gioco- parte del gioco stesso. Concedetemi questa osservazione, anche se potrebbe non essere del tutto chiara a chi non ha giocato: è il concetto di collegamento che in questo gioco è metafora e concretezza.
All’eleganza con cui la strumentazione è diventata parte del gioco, senza -pertanto- costituire alcun ostacolo nell’immedesimazione, ma anzi, incentivandola, si è aggiunta quella che potrebbe sembrare una banalità, ma per me è stato invece qualcosa di molto confortevole e concreto: giocare dalla mia stanza, in un’ambiente che mi è completamente familiare e in cui mi sento completamente libera e rilassata. Questa circostanza mi ha sicuramente facilitata nel sentirmi a mio agio anche nei panni di Camille.
Come, invece, far sentire Camille a suo agio in casa mia? Beh è bastata un po’ di fantasia e interpretazione dopo aver letto il personaggio, per rimediare oggetti di uso comune in casa (e altri di nessun’uso specifico, come una pergamena di laurea) per mettere in piedi quello che nella mia stanza, potesse diventare il suo studio.
Animus: ciò che resta.
È difficile mettere in prospettiva ciò che resta di un’esperienza di gioco come questa, soprattutto perché non posso parlarvi del gioco stesso più di quanto non abbia già fatto, senza rovinarlo. Qualcuno tra quelli che conosco direbbe “Lacrime vuol dire qualità” e sì… sto guardando te Rugerfred. Sapete, perché lo avevo detto sempre su questi schermi, che io non piango, che ho pianto solo un’altra volta giocando a Stonewall 1969.
Ciò che resta dell’esperienza di Animus è un forte senso di collegamento con il mondo nella sua interezza, un sentimento di essere parte di qualcosa di più grande, di essere fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle, il letame e i sogni… Importanti, enormi e scomodi sogni.
Di poter diventare qualcun altro, di essere qualcun altro, di essere tutto.
Da questa subitanea comprensione, che si manifesta in vari modi tra desideri realizzati, paure, rimpianti ed equazioni, viene un senso di condivisione così profondo da essere illuminante.
Come essere ad un passo dall’aver capito tutto. Poi ci si sveglia. Perché non siamo destinati a capire tutto, ancora.
Conclusioni
Concludo dicendo che è stata un’esperienza meravigliosa, molto più di quanto io sia in grado di raccontarvi, ma vi lascio con una riflessione oggettiva: questo gioco è stato arte emergente, sia nel senso di averlo visto dipanare e intrecciarsi nel corso del suo essere, sia nel senso di essere nato dall’emergenza in cui ci siamo trovati.
È doveroso riflettere sul fatto che avervi preso parte in un momento così delicato della mia e nostra esistenza potrebbe aver influito sulla mia percezione dell’esperienza, che consiglio a tutti, anche e soprattutto per il fatto che potrebbe essere diversa dalla mia. Fare un LARP in casa dopo due mesi di reclusione forzata è qualcosa su cui vorrei confrontarmi con tutti voi.
È già stata giocata una seconda run in lingua inglese, per il pubblico internazionale, ce n’è in programma una terza, per il weekend 5-7 Giugno (trovate tutte le indicazioni sul sito della chaos league). Andate e giocate.
Buonsalve a tutti
Nené
2 risposte su “Animus – The Eternal Circle”
Mia dolce Camille… io ero Elliot, in un’altra dimensione… in un’altra vita… su un’altra stella (purtroppo). Sarebbe stato bello giocare questa avventura insieme!
Sarai sempre nel mio <3 TUO ELLIOT
Un’esperienza indimenticabile e magica❤️ciao da un’altra Camille.